La Lega non molla il Dazio «È la nostra sede storica» Il Comune vuole sfrattarla

La Lega non molla il Dazio «È la nostra sede storica» Il Comune vuole sfrattarla

Da che pulpito. Quando autonomi e lavoratori dell'arte espugnarono la Torre Galfa trasformandola nelle prima «roccaforte» di Macao, non si trattava di un grattacielo a Quarto Oggiaro o alla Comasina. Il palazzo si trova in via Galfani, a cento metri dal Pirellone e a dieci minuti da Brera. E infatti è lì che si sono diretti con una marcia corta gli «okkupanti» dopo il primo sgombero. Allo storico Palazzo Citterio, pieno centro. Solo dopo diversi blitz andati a vuoto, i «macai» si sono rassegnati all'ex macello di viale Molise dove operano indisturbati da giugno. Eppure il consigliere comunale di Sel, Luca Gibillini, sponsorizzato alle elezioni del 2011 dal Leoncavallo, si schierò in una convinta difesa dei lavoratori dell'arte. Come è tra i convinti firmatari della lettera-appello contro lo sgombero del Collettivo Lambretta dalle palazzine Aler di via Apollodoro, zona Lambrate. Valore stimato degli immobili, secondo l'Agenzia del territorio: 11 milioni. Non proprio capannoni o baracche, anche se necessitano di un restyling. Ma ieri, Luca Gibillini ha criticato la Lega che da qualche giorno occupa abusivamente il casello daziario di piazza XXIV Maggio. Nessun blitz. É la sede della Sezione Darsena dal 1997 - 15 anni - ma il Comune ha deciso di valorizzare i dazi, affittati fino ad oggi a prezzi low cost a inquilini di vario genere, dal negozio di camicie (vedi Porta Genova) al circolo Combattenti e reduci (Arco della Pace). L'assessore alla Casa Lucia Castellano vuole trasformarli in info point per Expo o luoghi aperti alla città per mostre, incontri. Via via che i contratti in vigore scadono dunque scatta lo sfratto. Come è successo al Carroccio. Le alternative offerte dal Comune sono due, entrambe in zona Barona («ma non possiamo fare politica per Milano praticamente da Corsico» spiega il capogruppo comunale Alessandro Morelli), quindi i lumbard dal 12 ottobre si rifiutano di liberare la sede. Dopo che il braccio destro del sindaco, Paolo Limonta, giorni fa ha scritto al questore per chiedergli di non sgomberare il Lambretta, Morelli lo ha invitato a prendersi a cuore anche il destino della sezione Darsena. E lo ha invitato ieri alle 13 col sindaco ad una «bicchierata per la democrazia» e per conoscere le attività dei leghisti «a favore dei cittadini» all'interno del casello. Si è presentato solo il presidente dell'aula Basilio Rizzo, esponente della sinistra radicale e coerente: si schierò contro lo sgombero di Macao, ha voluto sentire le ragioni dei lumbard. «La sede della Lega - attacca invece Gibillini - è abusiva. È scaduto il contratto e loro rivendicano il diritto di restarci, senza partecipare al bando. Sono occupanti abusivi. Hanno rifiutato proposte alternative in Barona, perché non fanno politica dalla periferia». E insiste, «bisogna fare un bando, oppure si diano sedi centrali e bellissime anche a Sel, Movimento 5 stelle, Radicali e tutti i partiti dell'arco costituzionale.

Intanto però, visto che non credo sia questa la strada, si restituisca la sede alla città». Morelli invece non molla: «Se non cambiano idea ci incateniamo. É vergognoso che il Comune non ci rinnovi il contratto della nostra sede storica. Vogliono sfrattarci per darla agli amici dell'Arci?».

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