«Basta un minuto, la carta d'identità, è aggratis». Manca il venghino signori venghino. Matteo Salvini in piazza Cordusio col megafono fa l'imbonitore e i lumbard (ma non solo) rispondono. Si mettono in fila per scrivere sulla scheda bianca e verde - ca va sans dire - chi vorrebbero candidare governatore della Lombardia alle prossime regionali. E alla fine del primo giorno di primarie in salsa padana, il dato dell'affluenza alla «gazebata» si aggira «intorno a 200mila persone in Lombardia, a Milano circa 150-200 a gazebo». Oggi si replica. E lunedì lo scrutinio, che non dovrebbe riservare grosse sorprese a sentire le espressioni di voto ai banchetti della Lega Nord: Bobo Maroni for president. C'è anche chi indica lo stesso Salvini, coordinatore regionale del Carroccio e deputato Ue, seguono il capogruppo in Comune Alessandro Morelli e quello in Regione Stefano Galli. «Si può anche votare Formigoni» provocano i lumbard. E qualcuno dice di aver infilato nell'urna il nome del presidente in carica. Uno schiaffo alla Lega? Sono 1727 i gazebo che il partito ha allestito nelle piazze della Lombardia, si sommano alle 300 sezioni del movimento aperte ieri e oggi, quindi in tutto sono oltre duemila i punti in due giorni in cui i cittadini possono votare il loro candidato e firmare per tre proposte di legge di iniziativa popolare per chiedere di indire referendum su Euro e Imu e per trattenere sul territorio il 75% delle tasse versate dai lombardi. Solo a Milano i gazebo sono 61. Impegnati in tutta la regione circa 10mila volontari. «L'obiettivo è di raccogliere almeno centomila firme per i referendum, e quindi anche per le primarie, credo che supereremo il numero» sostiene Salvini intorno alle 16 in Cordusio, dopo un tour tra i banchetti partito da Rho con il leader (e candidato in pectore) Roberto Maroni, e passato da via Washington, dove per attirare elettori l'assessore provinciale Stefano Bolognini promette anche i pancake gratis per colazione.
Il segretario federale lancia le primarie da Rho ma fa voterà questa mattina alle 10.30 a Varese, in piazza Montegrappa e «sicuramente non scriverò il mio nome - anticipa - ci sono tanti uomini in Lega validi e giovani». Mostra ai fotografi la scheda con scritto «Maroni» invece Salvini, in piazza Cordusio, «è una buona risorsa che la Lega mette a disposizione degli elettori e del Pdl se vorranno». Una coalizione che scricchiola. Per Maroni è «una bizzarria» pensare di escludere la Lega dalla coalizione di centrodestra in Lombardia per far entrare l'Udc, vista la posizione del partito di Casini in Sicilia. E su Facebook la base padana pubblica (e contesta) i 35 apparentamenti dell'Udc con il centrodestra e altrettanti con il centrosinistra. Salvini si rifiuta di replicare alle dichiarazioni di Gabriele Albertini, l'ex sindaco lanciato da Formigoni come il suo successore e che ieri a un convegno con i giovani del Pdl dichiarava che «la Lega senza il centrodestra in Lombardia non vince le elezioni».
Lega, un plebiscito per Maroni «Abbiamo votato in 200mila»
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