Cento tra poliziotti e carabinieri per impedire che venti anarchici aggredissero una cinquantina di leghisti in presidio davanti a San Vittore. Forse una sproporzione, ma almeno ha consentito a Salvini di parlare del decreto svuotacarceri. «C'è un solo modo per contrastare il sovraffollamento: mandare i detenuti stranieri a scontare la pena nei loro Paesi». Rincara la dose Maroni: «Costruiamo più prigioni». Senza però convincere la Cancelieri: «O io non mi spiego oppure la Lega fa finta di non capire». Insomma la polemica è tutt'altro che destinata a placarsi.
Il problema delle carceri italiane è annoso e si ripropone di volta in volta, e spesso le soluzioni si riducono a una indiscriminata apertura dei cancelli. I numeri del resto sono impietosi: su una capienza di poco inferiore a 48mila posti, sono ammucchiati oltre 64mila detenuti. Per questo il 23 dicembre in Governo ha emanato un decreto in che prevede, tra le varie iniziative, di ridurre gli arresti per piccolo spaccio e aumentare da 45 a 75 lo «sconto» per ogni semestre in cella. Un'iniziativa che non è piaciuta alla Lega Nord che ha organizzato presidi davanti a tutte le carceri lombarde a cui gli antagonisti hanno risposto con puntuali manifestazioni contro presidi, obbligando le questure a intervenire in forze per evitare spiacevoli contatti. Appuntamento clou davanti a San Vittore, dove già attorno alle 11 si era radunata una cinquantina di leghisti in attesa del segretario federale Matteo Salvini. Per evitare sorprese, la questura ha blindato ogni via d'accesso, mobilitando tra personale in divisa e borghese un centinaio di uomini, con non pochi problemi al traffico, visto la presenza del vicino mercato di viale Papiniano. Pochini a onor del vero i contestatori, una ventina, tutti di area anarchica, con cui le due grosse realtà milanesi, Cantiere e Lambretta, vanno poco d'accordo e per questo hanno snobbato l'appuntamento.
Alle 11.30 è arrivato Salvini che ha rilanciato le proposte della Lega: «Basterebbe mandare gli stranieri a scontare la pena nei loro Paesi: sono 23mila, e lascerebbero persino posti vuoti nelle diverse carceri». In alternativa, è più tardi intervenuto il governatore lombardo Roberto Maroni, basterebbe costruire più prigioni.
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