Un legale «nel cassetto» per il popolo delle liti

A 93 anni avvocato milanese scrive la «bibbia dei contenziosi», dal condominio al tribunale

Simone Finotti

«Corruptissima re publica, plurimae leges» scriveva Tacito, secondo cui il moltiplicarsi delle leggi era indizio di uno Stato alla deriva. Se poi diventa impossibile contarle con precisione, come oggi in Italia, traete voi le conclusioni. Per questo è sempre più importante, anche nell'era di internet, avere un «avvocato nel cassetto». E quando si chiama Gianni Calloni, che coi suoi 93 anni portati splendidamente è uno dei civilisti più stimati di Milano, si possono dormire sonni tranquilli. La 35esima edizione del suo prontuario «L'avvocato nel cassetto. Il consulente legale per tutti» (Giunti, 784 pp., 32 euro), appena presentata a Palazzo Isimbardi, vince la sfida della rete -dove «si trova di tutto, anche le cose sbagliate», scherza l'autore- grazie a un'affidabilità assoluta unita ad un'innata vena divulgativa. A chi, del resto, non è mai capitato di avere a che fare con piccoli o grandi dubbi legali, anche semplicemente per capire meglio le cronache dei giornali? «Quando mi chiesero di occuparmene -ricorda Calloni- era già un mito, ma un po' vecchiotto. Era nato nel 1965, andava aggiornato. Così me lo reinventai, rendendolo più agile e moderno e reclutando i nomi più prestigiosi nei vari rami del diritto». L'ultima, aggiornatissima edizione ha interventi di Negri-Clementi (Diritto e diritti), Naj- Oleari (Persona), Galizia Danovi (Famiglia), Damian (Casa), Minoli (Contratti), Trifirò (Lavoro), Cattano (Fare impresa), Pacchiana e Villa (Burocrazia, viabilità, tasse) e Giuliano Pisapia (Tutela penale), che firma anche una delle prefazioni insieme a Michele Saponara e Fulvio Scaparro. «Nessuno si è fatto pregare, ho avuto piogge di ringraziamenti». Merito del prestigio e della simpatia del «Gianni», come lo chiamano gli amici: uno che, in 50 anni di professione forense, che gli valsero una medaglia d'oro alla carriera, ha curato gli interessi di Carlo Monzino, Pino Cabassi e molti altri, attraversando con integrità e coerenza epoche critiche come la bufera di Tangentopoli. Ad aiutarlo, la scuola della vita: «Nacqui a Inveruno in una famiglia contadina. Venni a Milano per studiare, mi laureai con padre Gemelli. All'inizio feci di tutto, dai furti di galline agli incidenti stradali, per 32 anni fui anche giudice conciliatore».

Non sta fermo neppure adesso che potrebbe godersi il fresco del suo giardino pensile in Foro Buonaparte: scrive romanzi, è impegnato nell'associazione Amici dell'Accademia di Brera e nel tempo libero ama pranzare al Convivium,ristorante in Brera frequentato anche da Adriano Galliani.

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