Cronaca locale

La legge sul suolo manda in tilt i grillini

Un assalto al banco della presidenza dei consiglieri del Movimento 5 stelle ha reso incandescente ieri sera l'aula del consiglio regionale dove si discuteva il progetto di legge sul consumo di suolo. Un blitz che ha scatenato la reazione di tutta l'aula (Pd compreso), ma che ha soprattutto incrinato la compattezza dei «grillini» non tutti ormai disposti ad assecondare comportamenti estremi. Una giornata cominciata con la manifestazione di Legambiente fuori dal Pirellone e lo striscione dei 5 stelle srotolato in aula («La Lombardia annega nel cemento»), provocando la reazione della Lega che risponde con i nasi da Pinocchio e dando loro dei bugiardi. Non perde la calma il presidente del consiglio Raffaele Cattaneo che alla fine considera ammissibili solo 945 dei 3.016 emendamenti presentati in gran parte dalle opposizioni e dà il via a tre giorni di sedute convocate anche in notturna. Chiaro l'intento ostruzionistico dei 5 stelle che chiedono di «ritirare il provvedimento e di rispedirlo in commissione perché si arrivi a un testo che possa arginare il cemento e l'impermeabilizzazione dei suoli lombardi».

Di tutt'altro parere il governatore Roberto Maroni che prima annuncia la richiesta al governo dello stato di emergenza per le alluvioni di questi giorni, poi fuori dall'aula parla di «un testo ottimo, molto più restrittivo della legge oggi in vigore: dire che aumenta la cementificazione è un falso ideologico». E di fronte alle polemiche, risponde che «il Wwf ha detto che va bene, lo stesso hanno fatto il Fai e l'Anci, a protestare semmai è stata l'Ance, ossia l'associazione dei costruttori. E questo significherà pur qualcosa». Anche se nel pomeriggio arriva la smentita del Fai che nega «di aver dato esplicita approvazione al progetto di legge». Quanto alla critica principale, ovvero i tre anni di tempo per esaurire i progetti edilizi già in atto, Maroni sottolinea come la norma sia «stata richiesta dall'Anci», ovvero dai Comuni che avevano già approvato i Pgt, il cui presidente «è il sindaco di Monza Roberto Scanagatti che è del Pd». Ricordando come, comunque, la moratoria sia una facoltà dei Comuni. «Chi vuole può applicare la legge immediatamente». Parole che non convincono Alessandro Alfieri (Pd): «Considerata anche la questione dell'impatto sull'assetto idrogeologico, sarebbe saggio che Maroni accettasse la proposta di un ritorno in commissione». Per il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo: «Dal giorno stesso in cui verrà approvata la legge, non si potrà più costruire su suolo agricolo in Lombardia.

Questo è un dato di fatto che non è possibile contestare».

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