La lenta agonia del Parco Sud "Ora intervenga la Regione"

Città metropolitana è senza risorse e non può gestirlo Forza Italia: "Abbandonato. Dal Pd solo annunci spot"

La lenta agonia del Parco Sud "Ora intervenga la Regione"

Quasi cinquantamila ettari di aree agricole e forestali che si snodano su 61 Comuni diversi (da Arluno a Basiglio, Opera, Rozzano, San Donato) e «stringono» Milano in un simbolico abbraccio. Il Parco Sud di Milano è un patrimonio, «oggi purtroppo in seria agonia» come denuncia Alfonso Di Matteo, capogruppo di Forza Italia nel Municipio 4 e membro della Commissione per il paesaggio del Parco Sud presso la Città Metropolitana. Di Matteo fa presente che l'ultimo piano territoriale risale ancora «al lontano 1988, e l'ente al quale fu dato in gestione, l'ex Provincia ora Città Metropolitana, vuoi per le difficoltà economiche in cui versa grazie alla scelta scellerata dell'ex ministero Delrio, vuoi per l'assenza politica, non è assolutamente più in grado di garantirne un futuro dignitoso». All'interno di questo patrimonio immenso si contano - per dire - 33 aziende agrituristiche, 592 cascine, 16 edifici fortificati, un polo botanico, quattro abbazie. Ma l'esponente Fi lascia intendere che ormai l'ente si limita - più o meno bene - all'ordinaria manutenzione. Nel Bilancio di previsione per il 2018 la voce spese ammonta a 1,2 milioni di euro e circa 882mila sono redditi da lavoro per i 22 dipendenti, 90mila euro sono spese correnti e 269mila in conto capitale. Per contro le entrate previste arrivano a 838mila euro (414mila extratributarie, 50mila per trasferimenti di capitali, 374mila euro sono fondi della Regione destinati al funzionamento dei parchi). Di recente la giunta Sala ha approvato una delibera che punta a creare una cintura verde di 55mila ettari che colleghi parco Nord e Sud. A coordinare il progetto è l'assessore Pd al Verde Pierfrancesco Maran. «Per la sua importanza strategica, ambientale e per il patrimonio culturale ed economico che rappresenta - contesta Di Matteo - il Parco Sud non può essere lasciato come un giocattolo alla mercé di una fazione politica, né di un gruppetto di associazioni che hanno più o meno la stessa radice ideologica. Occorre che la Regione intervenga: per capacità economiche e competenza è l'unico ente in grado di salvarlo dal declino».

Non si parla di «regionalizzare» il Parco Sud, ma a fronte dei fondi investiti «è inaccettabile - ammette il capogruppo di Fi in Regione Gianluca Comazzi - che le risorse erogate dal Pirellone vengano sprecate a causa di una gestione carente. Data la situazione, penseremo a una compartecipazione della Regione nella gestione». L'appello «che arriva anche dai lavoratori - continua - denuncia una situazione vergognosa. Mancanza di pianificazione, gestione assente, nessuna idea di sviluppo in un'ottica di rilancio. Un'eccellenza assoluta del nostro territorio è stata abbandonata a se stessa.

Del resto, la Città Metropolitana di Milano non possiede le risorse né gli strumenti per fare alcunché. E il Pd milanese si limita a proclami spot come quello sulla fusione dei parchi Sud e Nord, dimostrando di non conoscere minimamente le caratteristiche di questi due enti, così diversi tra loro».

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