Leonka, Sel sfida Rizzo e Pd: «Chiamate la Corte dei conti»

No dell'ala radicale e dei Democratici vicini a Boeri allo scambio di aree con i Cabassi Mazzali: «Se contestate la delibera allora abbiate il coraggio di denunciare la giunta»

La regolarizzazione del Leonka (e non solo) fa implodere la sinistra. Pd spaccato, un'ala del Pd contro Sel e il partito di Vendola agguerrito contro la sinistra radicale. Se sono le prime prove di campagna elettorale, per il sindaco Giuliano Pisapia o chi per esso (ossia i futuri candidati alle primarie del centrosinistra) si preparano tempi duri. Le schermaglie sulla delibera che darà il via alla regolarizzazione del centro sociale iniziano due sere fa al circolo Arci Bellezza e proseguono il giorno dopo sul web, tra sospetti e accuse alla giunta di favorire gli immobiliaristi. Si parte dalla discussione pubblica organizzata giovedì sera dal circolo on line Pd-Città Mondo diretto dall'ex assessore alla Cultura Stefano Boeri (notoriamente in contrasto con il vicesindaco Pd Ada Lucia De Cesaris che ha condotto l'operazione Leonka). Al centro della discussione c'è la permuta decisa da Palazzo Marino tra lo stabile occupato di via Watteau, proprietà della famiglia Cabassi, e due immobili comunali: l'ex scuola di via Zama e gli alloggi popolari iniziati e mai finiti in via Trivulzio. Il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo e la capogruppo della Sinistra x Pisapia Anita Sonego confermano la bocciatura in aula della delibera. «La procedura deve rispettare le regole mentre qui mi sembra che si voglia nascondere il problema - contesta Rizzo -. Non condivido la valutazione dell'Agenzia del territorio sull'edificio occupato, che assegna un premio volumetrico pari al 20% e quindi ne alza il valore, riconoscendone ancora la vocazione industriale quando è ovvio a tutti che è diventato tutt'altro, tanto più se si dice che alla fine del percorso avrà una valenza sociale. Allora, non sarà industriale». Ribadisce che la delibera favorisce i privati e apre un «precedente pericoloso sul regime delle aree industriali dismesse». Secondo: «Affrontiamo la questione dei centri sociali in una chiave generale, che non tenga conto solo del Leonka ma anche del Torchiera, per dire, e di altre realtà. Se pensiamo che debbano esistere spazi autogestiti perchè sono realtà che arricchiscono la città, se ci crediamo, lanciamo una sfida culturale e politica a chi non la condivide. Ma non si presenti la delibera come un mero scambio di aree, è un insulto all'intelligenza consiglio». Ed è «un paradosso - aggiunge - che qualcuno ( leggi, il capogruppo di Sel Mirko Mazzali ) dica sul palco che alla fine “non è detto che vinca il Leonka“ il bando che verrà lanciato dal Comune per gestire lo spazio. Mi sembra una posizione tartufesca». La replica di Mazzali è una sfida alla sinistra («già in campagna elettorale») e all'ala del Pd vicina a Boeri: «Quando si mette in discussione la legittimità di una delibera che ha il parere di congruità dell'Agenzia del territorio si deve avere il coraggio di denunciare questo fatto alle autorità competenti, assumendosene la responsabilità, o sono chiacchiere a vuoto». Rizzo gli ribatte che «la politica semmai deve decidere e correggere eventuali abusi prima che intervenga la Corte dei conti».

Boeri vuole consultare il segretario Pd Pietro Bussolati sulla linea definitiva. La De Cesaris manda a dire via Facebook all'archistar che sarebbe stata all'Arci Bellezza «se me lo avessero detto in tempo per organizzare la giornata giusta». Volemose bene.

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