Alberto Giannoni
I Fratelli d'Italia ricorrono al Consiglio di Stato, si appellano al governo e chiamano in causa il Comune. Intanto continuano la campagna elettorale per il Comune, per Stefano Parisi sindaco e soprattutto nei municipi, dove sono regolarmente in corsa, anche con un candidato presidente in zona 3, Vincenzo Viola.
Dopo la clamorosa esclusione della lista milanese, Fdi - con il fondatore Ignazio La Russa, il capolista Riccardo De Corato e gli altri candidati - ieri ha fatto il punto sulle prossime mosse, studiate con l'obiettivo di «tornare» sulla scheda elettorale dei milanesi il 5 giugno. Primo punto: l'errore. In casa Fdi si sostiene che sia «veniale e materiale». E la tesi è che avrebbe potuto essere prevenuto in tempo utile se solo il Comune non avesse emesso una «ricevuta» attestante la presentazione dei documenti necessari (Palazzo Marino ha precisato che non è un «controllo anticipato»). «Siamo entrati alle 11 e avremmo fatto in tempo se non fossimo stati tratti in inganno, involontariamente, da questa dichiarazione» ha detto La Russa parlando coi giornalisti nel suo studio legale. Il ricorso lunedì dovrebbe essere esaminato. E La Russa spiega: «Abbiamo rilevato tutte le incongruenze». Il leader Fdi sostiene che il dato oggetto della autocertificazione carente sarebbe stato recuperabile «con un clic», essendo già a disposizione dello Stato. Non solo, La Russa conferma che i suoi candidati sono «tutti in regola con la legge Severino» e afferma che errori simili sono stati sanati a Milano (e lo stesso errore a Gallarate). Non solo, la sentenza del Tar, negativa per Fdi, si baserebbe su un precedente che non è stato adottato a sezioni riunite, per cui potrebbe essere «contraddetto» da un'altra sentenza.
L'ultimo punto: Fdi si appella al governo perché emani un decreto che introduca la possibilità di una sanatoria: «Un decreto che assegni alle liste che presentino difformità un termine di 48 ore per sanarle». Questo perché «rispetto alla procedura», deve prevalere «il diritto costituzionale all'elettorato passivo». Il caso si intreccia con quello della asserita incandidabilità di Giuseppe Sala (Pd): «Mi auguro che a Sala venga riconosciuto il diritto di competere in queste elezioni - ha puntualizzato l'ex ministro, tuttavia «l'errore c'è». «Enorme». «Pensiamo si debba trovare un modo per sanare questa irregolarità - ha aggiunto - L'unica cosa che non siamo convinti non si possa fare, è due pesi e due misure». «Se saneranno la questione di Sala, dovranno spiegarci anche come si fa a eliminare un partito presente in parlamento e che a Milano ha una storia importante» ha detto.
«Sala mi ha personalmente telefonato - ha rivelato poi De Corato - per manifestarmi la sua vicinanza e la sua stima per il lavoro svolto, anche se ogni giorno lo attacco.
È un gesto di cavalleria politica che apprezzo molto». «Più delle parole devono contare i fatti - aveva detto La Russa - Sala può intercedere presso gli uomini del governo perché prendano in considerazione la nostra proposta del decreto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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