L'Europa vuole Amsterdam? Ora pedalare

di Giannino della Frattina

Forse l'Agenzia del farmaco assegnata ai bussolotti da una mai così idiota Europa ad Amsterdam vivrà bene anche senza Milano, ma di certo Milano vivrà benissimo anche senza quell'agenzia di cui nessuno fino a due settimane fa nemmeno immaginava l'esistenza. E la prima di Sant'Ambrogio alla Scala che promette un sontuoso Andrea Chénier con il maestro Riccardo Chailly, la divina Anna Netrebko e il visionario Mario Martone è solo una delle tante tessere di un mosaico troppo prezioso per euroburocrati più avvezzi a misurare il diametro dei cetrioli e la lunghezza delle sardine che ad apprezzare il valore delle cose. Perché altrimenti la partita tra Milano, Amsterdam e Bratislava, come testimoniava un sondaggio fatto tra gli stessi dipendenti dell'Ema, nemmeno si sarebbe dovuta giocare. E che dire della meravigliosa mostra «L'ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri», inaugurata ieri nella meravigliosa sede espositiva delle Gallerie d'Italia a far da controcanto ai magnifici venti (dicasi venti) Caravaggio esposti a Palazzo Reale. Ma non di soli circenses vive Milano, perché il panem è nell'inaugurazione ieri del centro commerciale più grande d'Europa sotto i grattacieli di CityLife, i gioielli delle archistar diventate uno degli skyline più invidiati. Per non dire di quella città del futuro il cui progetto presentato l'altro ieri diventerà realtà in pochi anni sull'area che fu dell'Expo con un enorme parco intorno a cui lavoreranno le intelligenze più nobili e gireranno automobili che si guideranno da sole.

Per non parlare della rivoluzione verde e urbanistica che porterà la riqualificazione degli scali ferroviari e quella tecnologica e finanziaria dei colossi che sempre di più sentono la necessità di aprire una sede in città. E così via. Perché destra o sinistra ad amministrare, Milano è sempre Milano. E gli euroburocrati vadano pure ad Amsterdam. Hanno voluto la bicicletta? Adesso pedalare che noi dobbiamo andare alla Scala.

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