L'Expo gate dello spreco Abbattuti 3 milioni di euro

Concluso lo smantellamento dell'Info point di Cairoli. Ma la struttura avrebbe potuto avere una seconda vita

L'Expo gate dello spreco Abbattuti 3 milioni di euro

I colossi da 140 tonnellate di acciaio si sono accasciati al suolo. Accartocciati come un foglio di carta. Destino amaro quello dell'Expo Gate, nato come opera simbolo dell'esposizione universale, inaugurato nel 2014 in pompa magna con tanto di banda e abbattuto dalle gru come un ecomostro. La porta di ingresso in città all'Expo usata e buttata come un fazzoletto sporco. Benvenuti nella città dell'Expo «usa e getta». Al di là delle opinioni di cittadini e turisti e delle considerazioni estetiche di critici, architetti e intellettuali la struttura costata 3 milioni di euro è stata usata per circa due anni e mezzo, e abbattuta in due settimane. Una lenta agonia che sa di sconfitta del buon senso, e soprattutto dei principi della sostenibilità che avrebbero dovuto essere il core business di Expo.

L'opera a doppia piramide, vincitrice di un concorso di progettazione firmata dall'architetto Alessandro Scandurra di Scandurra Studio, era stata pensata nell'ottica della sostenibilità e della costruzione a basso impatto ambientale. «La scelta - si legge nella relazione dello studio - è quella di appartenete a un orizzonte di riferimento legato alla sostenibilità, alla intelligenza e alla economicità costruttiva. Un sistema semplice, realizzato con tecnologie elementari e materiali interamente riciclabili, di facile realizzazione, facilmente convertibile». Tanto che il progetto era stato premiato proprio «per il suo carattere sostenibile e per la rapidità del suo sistema di realizzazione - recitava la motivazione della giuria -. Il sistema costruttivo proposto è molto elementare e soprattutto leggero». Ma tutto ciò non conta: «la struttura ha assolto la funzione per cui era stata progettata - spiega Andrea Cancellato, direttore generale della Triennale - e il costo dello smontaggio e del rimontaggio è analogo a quello di rifarla nuova». Tradotto: si usa e si getta.

«Il Comune pensava che l'Info point potesse rimanere più a lungo in via Beltrami, tanto che in corso di progettazione esecutiva aveva chiesto una modifica per rendere la struttura non temporanea» spiegano da viale Alemagna. Le vetrate pensate originariamente in plexiglass sono state realizzate in cristallo, perché più resistenti. Le cose son andate diversamente dal previsto: i cittadini, i residenti della zona, i consiglieri comunali hanno bocciato il progetto e chiesto che la struttura, che oscurava la visuale del Castello secondo i più, venisse rimossa al termine dell'evento. Expo Gate avrebbe comunque potuto avere una seconda vita: sono diverse le proposte arrivate al Comune.

«Le richieste non sono arrivate a me - spiega Alessandro Scandurra - mi sono solo arrivate delle voci, ma so che Expo Gate era stato chiesto da un municipio per adibirlo a biblioteca, mentre un'ingegnere di Amatrice l'aveva scelto come quartier generale per i progetti per la ricostruzione post terremoto».

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