Clara Biaggio, insegnante, diventa responsabile adulti e vicepresidente dell'Azione cattolica ambrosiana a 33 anni. «Era l'anno 1980, lo stesso in cui il cardinal Martini arrivava a Milano. Abbiamo iniziato il cammino insieme. Ero giovane e mi sentivo una nana. Al suo fianco ho fatto tre trienni». Per primo Martini aveva aperto la porta del Biblicum alle donne. E nei primi anni '90, durante una preghiera interreligiosa sul sagrato del Duomo con soli uomini, aveva ironizzato: «Ci sono Paesi come gli Stati Uniti dove una manifestazione così, senza le donne, sarebbe vietata».
Ma che modi aveva il cardinal Martini con le donne?
«Il rapporto con lui era molto intenso e diretto. Aveva con noi donne una relazione libera, anche se si manteneva sempre autorevole. Ha anche scritto molto della donna».
Che cosa la colpiva di più negli incontri personali con lui?
«Ci ha sempre chiesto di che cosa ci occupavamo, quali fossero i nostri hobbies, le nostre letture, il nostro lavoro, come vivevamo. Non era un rapporto usa e getta, si è sempre occupato di noi personalmente».
Visto da lontano poteva apparire un po' algido. Era affettuoso?
«Non era per niente affettuoso e sdolcinato. Era invece molto attento, capace di introspezione. Capiva le nostre situazioni, i disagi, i problemi. Era capace di andare oltre l'apparato e arrivare alla persona».
Gli piaceva la compagnia femminile?
«Aveva molte donne impegnate intorno a lui. Era possibile condividere con lui anche le scelte personali, come quando mi sono staccata per curare i miei genitori anziani. E anche quando ho dovuto decidere se andare o no a Roma alla Cei».
Martini si è spinto avanti nel chiedere un ruolo più ampio per la donna nella Chiesa. Lei come ricorda questo aspetto?
«Voleva che la richiesta delle donne nella Chiesa fosse ascoltata e non diventasse un grido. Spingeva per la pari dignità ma anche per la pari responsabilità. Quel che oggi fa papa Francesco, con lo studio del diaconato femminile, è in questa linea, anche se ricordo che il cardinal Martini in qualche caso non aveva escluso un ruolo ministeriale per le donne. Pensava che servisse qualche gesto verso il presbiterato, la donna prete, anche se è un brutto modo di dire. Mandava le donne a predicare nelle parrocchie».
Ha mai avuto discussioni con lui su qualche tema spinoso?
«Era capace di ascoltare le critiche. Io mi ricordo che non ero d'accordo su una questione ma mi sono potuta esprimere liberamente. Intendo critiche ideologiche, profonde, non su come addobbare una chiesa».
Era disponibile a cambiare idea?
«Dipende dal momento. Più di una volta ho visto che ci ripensava. Era capace anche di mettersi in discussione».
Scusi, non aveva nemmeno un difetto?
«Qualcuno lo definiva troppo ieratico, io non l'ho mai visto così. Ne avrà avuti centomila, ma io non ho mai notato suoi difetti».
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