La più interessante delle rivoluzioni è avvenuta in silenzio. É la lettura: sia questa la storia di un romanzo, la cronaca del giornale, la lettera dell'amato, il dispaccio dal fronte, la lezione del sussidiario o la preghiera dalla Bibbia. Archiviata la rassegna di «Bookcity» a Milano, appena al di là del confine il Canton Ticino celebra la «rivoluzione silenziosa» della lettura con la mostra «Leggere, leggere, leggere! Libri, giornali, lettere nella pittura dell'Ottocento» alla Pinacoteca Züst di Rancate (fino al 24 gennaio). Un'ottantina di tele, alcune sculture e diversi documenti analizzano, sotto la curatela di Matteo Bianchi, il ruolo dirompente della lettura nelle case dell'Ottocento, in Lombardia come in Svizzera.
Nella carrellata di dipinti esposti, scorgiamo le molteplici forme della lettura e le molteplici reazioni dei lettori (meraviglia, angoscia, passione, piacere) ma tutti accomunati da fatto: il silenzio. Lo avvertiamo quando guardiamo Giulia Lucini Colombani ritratta magnificamente da Mosé Bianchi con una rivista in grembo, gli amanti di Virgilio Ripari che leggono una romanza, le delicate donne del macchiaiolo Federico Zandomenenghi che leggono, a capo chino, in poltrona, gli scolaretti svizzeri di Albert Anker o ancora le donne popolari di Roma di Gerolamo Induno che cercano di decifrare le lettere dei mariti lontani. Sarebbe riduttivo definire quella alla Pinacoteca Züst una mostra di genere: piuttosto, è un viaggio per immagini sul ruolo che la lettura ebbe per informare le persone, per tenersi in contatto con chi era lontano, per dare valore all'educazione nelle terre svizzero-lombarde a metà dell'Ottocento (dove non a caso operarono pedagogisti illuminati come Enrico Pestalozzi). Un ruolo intriso anche di piacere: è quello dei bambini che leggono la Bibbia la domenica davanti agli occhi del parroco, quello della giovane i cui occhi brillano alla vista della grafia dell'amato o delle scolare che girano con la lavagnetta sotto il braccio.
L'esposizione si apre con un'ampia sezione dedicata da Albert Anker (1831-1910), forse il più amato tra i pittori elvetici, e alla sua sorprendente galleria di tipi umani: ci sono gli alunni, le nonne che leggono fiabe illustrate ai piccolini, segretari comunali che devono decifrare delle delibere, uomini assorbiti nel loro giornale. Seguono le opere di molti maestri ottocenteschi quali Induno, Cremona, Bianchi, Cremona, Morbelli: nelle loro pitture domestiche, la lettura si trasforma da esperienza occasionale – da compiere «per dovere», a scuola o in chiesa – a momento di libertà e svago che scandisce la giornata. L'esposizione dimostra poi quanto la lettura sia sostantivo femminile singolare: numerosa la sezione di dipinti femminili, testimonianza del vorticoso sviluppo, a metà dell'Ottocento, del romanzo d'evasione.
Che cosa rimane oggi di un gesto così intimo e solitario quale la lettura di un libro di carta? Ha provato a rispondere alla domanda il fotografo siciliano Ferdinando Scianna di cui la mostra propone a latere una piccola ma significativa selezione di scatti in bianco e
nero tratti dal libro «I lettori» edito da Henry Beyle. Sorpresa: nell'epoca del tablet e dello smartphone, nelle grandi città come nei piccoli villaggi rurali dell'Africa, ancora oggi per molti «leggere significa vivere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.