Un libro per l'estate? In città è di moda il classico

Un libro per l'estate? In città è di moda il classico

«Quest'anno manca il caso letterario». Davanti alla bacheca che contiene Dan Brown con «Inferno» e E.L. James con «Cinquanta sfumature di grigio», Carlo De Ponti, direttore della libreria Mondadori in piazza Duomo, colpisce con un'affermazione che ha dello sconcertante. Verrebbe da chiedersi: è dunque finita l'epoca del bestseller? Emettendo un sospiro di soddisfazione, insieme ad uno di incredulità al pensiero che per fortuna la crisi, che sta sgretolando l'impero degli oggetti, sferza persino il libro oggetto.
Alla libreria Feltrinelli in corso Manzoni un altro caso. Mentre nella classifica nazionale è proprio Dan Brown a spopolare, Milano sancisce invece la vittoria di un titolo: «La verità sul caso Harry Quebert» di Joel Dicker che butta addirittura Dan Brown al decimo posto nella rete delle Feltrinelli milanesi. Perché? «È un vero romanzo, che ripone in primo piano l'arte dello scrivere. C'è tutto: l'amore e la storia in giallo che cattura, convincendoti a perdere ore di sonno. Vincente la scelta di iniziare dall'ultimo capitolo e finire con il primo» spiega ancora Carlo De Ponti alla Mondadori. La vicenda di un'America del 1975 ha colpito così a fondo il lettore meneghino che alla «Milano Libri» di via Verdi le prime copie del romanzo sono state comperate addirittura in francese, quando ancora il romanzo non era stato tradotto in italiano. «Le concorrenze sleali incalzano, non c'è che dire, ma con l'estate il milanese sceglie il volume di pregio anche tra i classici. Il fenomeno dell'estate è proprio un “classico” - sostiene Alessandro Andrei, trent'anni di passione dentro la «Milano Libri» - Sto vendendo bene tutti i titoli dopo l'uscita del film “Il grande Gatsby”. La cosa da segnalare è che per la prima volta un film giudicato brutto viene superato dalla scrittura, facendo diventare Fitzgerald l'autore dell'estate».
Se c'è un genere che non va in vacanza è il fumetto, ma purtroppo non in senso positivo. «Negli ultimi due anni abbiamo registrato un calo di vendite tra il 50 e il 60%» dice Camilla alla «Borsa del fumetto» in via Lecco. Il genere vive grazie all'inossidabilità degli amatori. «Da noi non si è mai verificato il fenomeno del libro estivo. I più venduti sono sempre i classici, dall'Uomo Ragno a Wolverine, ma ho richiesta di qualche vero «classico» in fumetto, come “Orgoglio e pregiudizio“ di Jane Austen edito da Marvel». I «classici» non cedono in nessuna forma; non cedono Manzoni, Tolstoj e Dostoevskji sempre gettonati per chi vuole un vero amico in valigia. «Vendo una copia dei “Promessi Sposi“ al mese, però me la chiedono al punto che la tengo in catalogo» spiega ancora Andrei. Una chicca. C'è ancora un libro che diventa il bestseller non nazionale o mondiale, ma di una «piccola» libreria. In questo caso si tratta de «Il viaggio della regina» di Noel Coward, edito da elliot, che è il «caso» di Milano Libri. Parla di un viaggio della regina Elisabetta con il principe Filippo in un'isola del Pacifico. «Molti nostri clienti vengono qui solo per questo titolo e devo dire che è una cosa divertente, così come è divertente la storia narrata nel volume». Si può parlare di un ritorno al «piccolo» di pregio e alla scrittura verace? Qualcuno dice «sì», perché è proprio questo che stanno cercando i lettori ne «La verità sul caso Harry Quebert». Non la ventata sconvolgente di un intreccio magari erotico o la rivelazione di un codice segreto, ma solo una frase, una piccola frase di pregio.

Ce la indicano nel libro citato: «L'importanza di saper cadere», in quanto segreto dello scrittore di fronte all'assenza d'ispirazione e alla pagina bianca. Non male come frase, peccato che l'abbia scritta molti, molti anni fa Reiner Maria Rilke.

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