Coronavirus

L'indagine dei medici: "A Milano, i casi di Covid sono 9 volte di più"

I medici di famiglia hanno raccolto dati sui casi sospetti a Milano e provincia: "Tamponi solo ai più gravi, gli altri non risultano nei report ufficiali"

L'indagine dei medici: "A Milano, i casi di Covid sono 9 volte di più"

Potrebbe essere più alto di 9 volte il numero dei contagiati da nuovo coronavirus a Milano. È quanto emerge da un'indagine condotta dai medici di famiglia e riportata da AdnKronos Salute, che l'ha visionata.

Si passerebbe, così, da una percentuale ufficiale pari allo 0,17% della popolazione della metropoli, a una percentuale dell'1,5%, secondo quanto emerge dalle osservazioni effettuate dai medici di famiglia. L'iniziativa è partita da Irven Mussi, che ha deciso di inviare un questionario ai colleghi, per capire la reale situazione a Milano e in provincia. "In Lombardia- ha spiegato Mussi- i tamponi nasofaringei per la ricerca di Covid-19 vengono eseguiti su pazienti ricoverati o che afferiscono al pronto soccorso, oppure in situazioni particolari (calciatori, cliniche e così via). Sul territorio non sono stati eseguiti tamponi, nemmeno a pazienti fortemente sospetti per coronavirus".

Quindi, sostiene il medico, "tutti i dati sul numero dei colpiti dall'epidemia di Covid-19 in regione si riferiscono a pazienti gravi, per i quali c'è stato un accesso agli ospedali". Ma, in realtà, la maggior parte dei malati non presenta sintomi così gravi da richiedere il ricovero: "E questi non risultano in nessun report ufficiale". Per capire la quantità dei casi sommersi, è stato chiesto ai medici di segnalate i casi di pazienti con sintomi che indicano un forte sospetto di infezione da Sars-CoV-2, dato che "ormai un caso sospetto, con l'esperienza clinica acquisita, è facilmente riconoscibile. Oltre i sintomi classici (febbre, tosse, dispnea), sono spesso presenti altri sintomi come cefalea, astenia intensa, mialgie, alterazioni del gusto e dell'olfatto. La diagnosi è anche facilitata dal fatto che dall'inizio di marzo non è praticamente più presente il virus influenzale stagionale".

I medici che partecipano all'indagine, 20 in totale, devono indicare il numero di assisti, i casi fortemente sospetti, che hanno riscontrato da fine febbraio alla fine di marzo, il numero delle persone gestite a domicilio, quelle decedute e i dati sui tamponi effettuati. I dati mostrano che "il numero di infettati da Covid-19 risulta molto più esteso rispetto ai numeri ufficiali". Se si applicano le percentuali rilevate dall'indagine, pari a 1,5% a Milano e 1,8% in provincia, si nota un cambiamento dei dati relativi al contagio, che a marzo avrebbe coinvolto decine di migliaia di persone.

"Probabilmente- aggiunge Mussi-il numero reale è anche maggiore dei dati riportati dai medici di famiglia, in quanto sono stati riportati solo i casi fortemente sospetti per coronavirus". Molti casi di Covid sono stati gestiti a domicilio: si tratta dell'88% del totale, un numero che, se riversato negli ospedali, avrebbero causato ulteriore pressione.

Infine, osserva il medico, anche i dati sulla letalità dell'infezione potrebbero risultare diversi: "È sicuramente molto più bassa rispetto ai dati ufficiali".

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