Linea 4: «Avanti solo i cantieri fuori dal centro»

Sui volantini il Comune disegna a forma la linea M4 che dovrebbe collegare - prima o poi - l'aeroporto di Linate la stazione Fs Rogoredo, con 17 stazioni intermedie e uno snodo con fermata a De Amicis e Vetra a forma di cuore. Perchè «tutti abbiamo a cuore il destino della nostra città», e la nuova metropolitana, come ricorda bene Palazzo Marino, dallo scalo al capolinea trasporterà sotto terra lungo 15 chilometri di binari circa 24mila passeggeri all'ora, con un'attesa stimata alla banchina di novanta secondi tra un treno e quello successivo. Investimento totale: 1,8 miliardi di euro. Se tutto va come deve andare. Quell'avere a cuore la città sembra un invito ai comitati (vedi in zona Dezza/Solari) che già si sono scatenati contro i cantieri a sopportare i disagi e guardare al risultato. Durante Expo «si potrà proseguire fuori dal centro» con le ruspe ha affermato ierii l'assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran ma, nè prima nè dopo, è «più possibile rivedere in alcun modo il tracciato, casomai ridurre i disagi nell'area di cantiere». Messaggio ai comitati. Proprio per smussare le proteste «dovremo aprire un confronto con i cittadini e anche con l'opposizione», che in questi mesi è stata al fianco dei residenti in via Solari. Ieri una seduta fiume della giunta non ha comunque portato al voto di un documento su come proseguire nel 2015: la scelta è rinviata a una riunione di maggioranza convocata per martedì prossimo. Anche se la linea del sindaco, ribadita da Maran, è scavare almeno in alcune zone della periferia. Il principio generale era: non avere «la città bucherellata» in città quando Milano sarà invasa, si spera, dai 20 milioni di visitatori attesi. Ma sulla M4 si sono accumulati ritardi, tanto che è già saltata da tempo l'ipotesi di inaugurare almeno la tratta da Linate a Fs Forlanini che avrebbe permesso di portare i turisti ai binari per proseguire in treno fino a Rho. Ora bloccare tutte le ruspe nel 2015 si tradurrebbe nel primo viaggio non prima del 2022 e il rischio di pagare fino a 50 milioni di extracosti. E soprattutto, la dilatazione dei tempi potrebbe scoraggiare le banche che hanno garantito un prestito da 512 milioni e i fondi garantiti dal Cipe. «Vietati altri ritardi» ha già dettato il ministro Maurizio Lupi, che lunedì sarà a Milano per esaminare il piano elaborato dalla giunta sull'opera. In gioco ci sono i fondi statali già garantiti dal Cipe. E al momento, stando all'informativa di ieri, un accordo con gli istituti di credito per un eventuale allungamento dei tempi dell'opera non è ancora stato trovato.

«É possibile tenere in equilibrio l'esigenza di andare avanti con i cantieri e avere una città accogliente» aveva ragionato giorni fa il sindaco.

I tecnici di Mm hanno disegnato i vari scenari per non perdere troppo tempo e denaro. Sono stati chiesti ulteriori approfondimenti economici sui costi in più in caso di stallo. La giunta però ieri non ha votato alcun documento, si deciderà con i partiti.

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