L'Inter va in pressing sul Comune. Obiettivo: trasformare lo stadio di San Siro nella casa dei nerazzurri a partire dal 2018. Un sogno che il patron indonesiano, Erick Thohir, coltiva da qualche tempo e il club ora accelera dopo che il Milan, nei giorni scorsi, ha presentato il progetto di un impianto avveniristico tutto suo da costruire sulle aree del Portello messe a disposizione a Fondazione Fiera. La convenzione con cui i due club milanesi gestiscono il Meazza scade alla fine della stagione 2017/2018, fino ad allora la convivenza dei «cugini» non è in discussione. Ma l'Inter, se vorrà proseguire con un contratto a firma unica, deve tessere subito una delicata (e lunga) trattativa sia con Palazzo Marino che con la società rossonera. Il ceo Michael Bolingbroke aveva chiesto nei giorni scorsi un incontro con l'assessore allo Sport Chiara Bisconti e ieri mattina si sono visti negli uffici di via Marcona. Un segno del cambio di marcia: il primo faccia a faccia tra il dirigente londinese e la Bisconti si è svolto senza la presenza del direttore generale Marco Fassone, l'uomo che fino ad oggi ha tenuto i rapporti con l'amministrazione. Il Ceo ha da Thohir la piena delega sulle politiche di sviluppo dello stadio. Non è trapelato molto sui contenuti della trattativa, sembra che sia stato un tavolo più conoscitivo potrebbero non aver affrontato già i dettagli della questione, anche non è un mistero che per gestire il Meazza in solitaria l'Inter vorrebbe chiudere il terzo anello e limitare la capienza dello stadio a 55mila posti. La strada sarebbe in salita se non andasse in porto il trasloco del Milan al Portello o se richiedesse tempi più lunghi del 2018.
Dall'affaire per ora virtuale di un San Siro nerazzurro a quello molto più concreto del restyling in corso per la finale di Champions 2016. La Bisconti avrebbe ricevuto da Bolingbroke garanzie sul cronoprogramma e la copertura dei costi su cui c'erano dubbi. «É stato un colloquio costruttivo e utile in vista della Champions - ha confermato -, un allineamento condiviso anche con il Milan per i lavori da realizzare per un appuntamento di assoluto prestigio». Opere da 22 milioni di euro, da completare entro il prossimo novembre: vanno rifatte ad esempio le gallerie del secondo anello, vanno ampliate le panchine, creati due nuovi livelli di area hospitality e 4 sky lounge, un nuovo museo da 1.200 metri.
L'assessore tiene il punto sulle opere per la Champions e non sui piani b per il Meazza. «Di questo si è parlato - afferma -. San Siro è la casa per entrambe le squadre e stiamo lavorando per renderlo ancora più bello e funzionale. Per questo abbiamo bisogno dell'appoggio delle due società, che hanno confermato con forza il loro impegno. Ogni altro ragionamento sul futuro di quello che resta come uno degli impianti più belli al mondo, insieme al Bernabeu, al Nou Camp e all'Old Trafford, è ancora da venire».
Il Comune «ora è impegnato a fare del proprio stadio sempre più la Scala del calcio, riammodernandolo e rendendolo più funzionale, in piena sintonia con la gloriosa storia delle società di calcio che hanno fatto di Milano la città regina di questa competizione con ben dieci trofei».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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