Cronaca locale

Via l'Irpef solo a 45mila Ora il sindaco promette di fare meglio nel 2021

Sala: «Mantengo parola data in campagna» Ma garantiva l'esenzione a redditi più alti

Via l'Irpef solo a 45mila Ora il sindaco promette di fare meglio nel 2021

Dopo l'annuncio di fine anno la giunta ha approvato ieri il Bilancio di previsione per il 2020 che contiene l'innalzamento dell'esenzione Irpef, dagli attuali 21mila a 23mila euro di reddito. Addizionale azzerata quindi per altri 45mila cittadini. Prima della seduta Beppe Sala ha firmato l'accordo con i segretari milanesi di Cgil, Cisl e Uil, sottolineando che si tratta di un impegno che aveva preso «con chiarezza in campagna elettorale e i cittadini devono sapere di poter contare su un sindaco che mantiene le sue promesse. Per il Comune significa rinunciare a circa 14 milioni di euro di introiti, uno sforzo importante e di più quest'anno non potremo fare. Dico subito però che i prossimo vorremmo fare un ulteriore salto, se le risorse a disposizione lo consentiranno».

E d'altra parte, Sala è ancora ben lontano dalla promessa (quella vera) assunta in campagna elettorale e ribadita ancora su Facebook a pochi giorno dal voto del 26 maggio 2016: «Eliminare l'addizionale Irpef per le persone con reddito fino a 28mila euro significa aiutare i milanesi a creare sviluppo. Costruiamo insieme la nostra città delle opportunità». Impegno rimandato all'anno prossimo?

Il sindaco non si sbilancia sui numeri, ribadisce che cercherà di «alzare ancora l'esenzione, le risorse a disposizione dipendono anche dalla contrattualizzazione con il governo, mi piacerebbe un altro saltino in più nell'ultimo anno anche perchè da queste misure una volta che le hai fatte è difficile tornare indietro, che sia io il prossimo sindaco o un altro».

Per il segretario milanese della Cgil Massimo Bonini è «un segnale forte, dobbiamo dare una mano a chi rimane indietro, le città si sviluppano ma c'è un grande tema di diseguaglianze», quello della Uil Danilo Margaritella sostiene che il segnale «di attenzione ai lavoratori che parte da Milano ha un valore non solo territoriale ma nazionale» e per Carlo Gerla di Cisl «è una bella giornata per Milano, anche perchè l'accordo valorizza il ruolo della contrattazione sindacale». Critica invece l'opposizione, che si prepara a battagliare in aula. Mercoledì prossimo comincerà l'iter del Bilancio nelle Commissioni e al termine la delibera approderà in Consiglio.

L'assessore Roberto Tasca sottolinea che la manovra quest'anno «punta anche ad ottimizzare l'apporto agli equilibri della spesa corrente da parte dei dividendi delle società partecipate (+144,4 milioni di euro, di cui 47,5 straordinari)». E il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale contesta: «Gli introiti sempre maggiori di alienazioni immobiliari e fitti commerciali, i dividendi delle società comunali e i nuovi mutui con Cassa depositi e prestiti che allungano il debito ma ne diminuiscono l'incidenza attuale determinano maggiori disponibilità.

Questo avrebbe consentito un vero taglio alle tasse per i ceti deboli, seguendo l'esempio delle giunta Moratti che non applicava l'addizionale Irpef. Invece Sala alza di poco l'esenzione dell'addizionale, considerando ricco chi ha un reddito sopra i 23mila euro annui.

Il Bilancio purtroppo è ancora fondato su una spaventosa pressione fiscale (1,4 miliardi di tasse comunali rispetto ai 630 dell'epoca centro destra) e un maxi prelievo di 300 milioni dagli automobilisti fra multe, pedaggi e parcheggi.

Vigileremo affinché i soldi finalmente stanziati per strade e scuole vengano spesi bene e in tempi civili». Anche l'azzurro Gianluca Comazzi ricorda la promessa del candidato Sala nel 2016 e rimarca che «a giudicare dal risultato finale ancora è ben lontano».

E il leghista Gabriele Abbiati ironizza: «Lo storytelling del sindaco continua».

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