Marta Bravi
«In Lombardia bisogna vincere». Parola del sindaco Beppe Sala, che ha ribadito tutta la sua preoccupazione e la consapevolezza della complessità della sfida che attende il suo partito e il centrosinistra a marzo. Il tempo stringe ed è ora di cominciare la campagna elettorale, tanto più urgente se la sfida è al governatore uscente del Pirellone, che ha appena incassato il successo del referendum sull'autonomia. «Maroni non è un avversario facile, ma per portare la proposta bisogna essere in campo» ha ribadito ieri. Incoronando Giorgio Gori, sindaco di Bergamo a candidato del Pd, Sala a poche ore dal tavolo di coalizione lanciava un appello a chiudere in fretta la debacle sulle primarie, che porterebbero via ulteriore tempo prezioso alla campagna elettorale per le Regionali. «Sono solidale con Gori e con lui vorrei appunto che la candidatura prendesse forma il prima possibile. Dopodiché io sarò certamente al suo fianco con il garbo istituzionale che deve contraddistinguere il mio rapporto con Maroni». Le primarie? «Sì, a patto che siano organizzate in fretta e con candidati seri». Il nodo del contendere: il termine imprescindibile, fissato dal Pd, del 3 dicembre come data per organizzare le consultazioni del popolo della sinistra, chiamato a scegliere il candidato della coalizione Democratici, Patto Civico, Campo progressista, partito socialista, Italia dei valori e Verdi per la sfida contro Maroni.
Queste le speranze del primo pomeriggio di ieri. Affossate in una manciata di ore dal tavolo di coalizione: «Le forze di centrosinistra hanno espresso un'ampia condivisione sullo svolgimento delle primarie in tempi stretti e non oltre il 3 dicembre - si legge nella nota congiunta -. Sui tempi non si è ottenuta la necessaria convergenza di Articolo Uno - Mdp». In serata la direzione regionale del Partito Democratico ha quindi ufficializzato la candidatura per il centrosinistra di Giorgio Gori. «Mi dispiace non si sia trovato un accordo sulle primarie - la laconica dichiarazione del sindaco di Bergamo, coordinatore dei sindaci per il si al referendum lombardo per l'autonomia - che, ribadisco, sono pronto ad affrontare purché tali da favorire la massima partecipazione degli elettori. Ribadisco l'intenzione di favorire la più ampia aggregazione di forze politiche e civiche del centrosinistra intorno ad un programma di cambiamento della Lombardia».
Ecco allora che gli appelli all'unità di schieramento e di intenti lanciate da Sala suonavano grottesche a fine giornata: «Il centrosinistra non deve correre come testimonianza ma deve avere l'ambizione di unire Milano e la Lombardia e quindi di governare questo territorio».
Sullo sfondo le divisioni interne al partito, e l'addio del presidente del Senato Pietro Grasso che ha lasciato l'amaro in bocca a molti: «Bisognerebbe cercare di rimanere uniti. Certamente non è un periodo facile per il Pd», d'altro canto è «il momento che ognuno affronti le elezioni con la sua proposta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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