Cronaca locale

Il «Litta» riapre alla città e diventa «centro per le arti»

Il ministro Franceschini inaugura la nuova vita del palazzo barocco che ospiterà mostre, eventi e concerti

Lucia Galli

Il jazz e la fotografia. Pasolini e il cinema del Giappone. Poi anche la lirica, la danza e le arti performative. Di tutto un po' perché a Milano c'è spazio per tutto. E da oggi c'è uno spazio in più per la cultura, anzi per la multiculturalità. Questo è lo spirito con cui Palazzo Arese Litta ha riaperto ieri i suoi battenti e le sue suggestioni. Ribattezzato a nuova vita come Palazzo Litta Cultura, l'opening cittadino stavolta sarà permanente e farà del barocco levigato e raffinato di questi ambienti una nuova casa delle arti. Scaloni, marmi, specchi e dorature: il palazzo prese forma fra il 1642 e il 1648 dall'estro di Francesco Maria Richini, al servizio del conte Bartolomeo Arese, presidente del Senato e «ambasciatore» di quella Milano spagnola che amava arte, cultura e feste. Oggi con un nuovo logo firmato da Mario Trimarchi a simboleggiare un tetris e mille possibilità aperte al futuro, il progetto di oggi è quasi altrettanto ambizioso e punta, innanzitutto, a restituire alla città una serie di ambienti raffinati che, dopo la proprietà delle Ferrovie (fino al 1996) e il passaggio allo Stato, avevano aperto le porte ai milanesi solo per alcuni appuntamenti ad hoc. Pianocity, certo, il design, soprattutto. Ora però si apre e non si chiude. All'idea ha lavorato il Mibact che, proprio nel palazzo, ha, da una decina di anni, molti dei sui spazi ed uffici e il Comune in una collaborazione pubblico - privato che punta a fare scuola. Non solo comodato d'uso degli spazi ma condivisione dei progetti e della regia. Ne è fiero il ministro per la Cultura Dario Franceschini: «Milano è già il riferimento per il Paese nella sua idea di impresa culturale». Ne è convinto l'assessore Filippo Dal Corno: «Con questa nuova restituzione alla città ha spiegato rinsaldiamo un legame forte in questa zona di Milano che fra teatro, archeologia ed università è davvero al centro della cultura milanese». L'idea è quella di filare un nuovo tessuto fra le varie componenti della comunità delle arti. Al palazzo, cui forse pensò con alcuni disegni anche Leonardo, viene chiesta versatilità: a vestire i suoi spazi penserà lo studio Mosca che festeggia così il suo secondo lustro di attività e che a Milano firma da 4 anni la Design week con 50 mila visitatori in sette giorni. La collaborazione è corale e coinvolge Esterni per il Cinema, Mia photo fair per la fotografia e Ponderosa Music art per le note, oltre a Teatro Litta per il mondo di Thalia e Melpomene. Michele De Lucchi firma, invece, le pareti mobili, moderne ed eteree che, di volta in volta, permetteranno al Litta di indossare il suo nuovo abito senza spogliarsi delle sue tappezzerie antiche ed intoccabili. «A Milano mancava un luogo dove le arti potessero incontrarsi», spiega il segretario regionale del Mibact Marco Edoardo Minoja. Ora c'è, ed ha un calendario per ora fisso fino a fine ad anno, con molti eventi gratuiti, e poi aperto, con unico valore «L'indisciplina e la trasversalità fra le arti», spiegano Caterina Mosca e Valerio Castelli di Spazio Mosca. Il 3 ottobre si parte: per gli spazi in comodato c'è un unico imperativo e cioè che il progetto sia condiviso e che le arti si confrontino, almeno due alla volta. Così si parte con il Giappone delle foto di Giada Ripa e delle percussioni di Midori Takada per la prima volta in Italia. Il 13 ottobre arriva invece Damo Suzuki. Il 28 e 29 ottobre ancora Giappone protagonista con una rassegna cinematografica, mentre il 1 e 2 novembre si prosegue con un omaggio a Pasolini con installazioni e proiezioni a partire dalle sue Lezioni di creatività.

Il jazz sarà l'altro protagonista di novembre, dal 4 al 12, in collaborazione con Jazzmi, mentre dicembre chiude «prima della prima» alla Scala con un appuntamento dedicato alla Lirica.

Commenti