La Milano dello sport rapita dal fascino slavo. Dopo Mihailovic per il Milan ecco Jasmin Jasko Repesa, cinquantaquattrenne principe degli aironi di Capilina dove è nato il 1° giugno 1961, Bosnia al confine con la Croazia, ventunesimo allenatore per l'Emporio Armani di basket.
Nel torrido della zona Olimpia, via Washington, presentazione ascoltando le campane di una stagione di sconfitte che ha tolto lucentezza alle penne reali. Voglia di cambiare, per l'ennesima volta. Divorzi più o meno dolorosi con Livio Proli che sogna di portare a Camelot il meglio sul mercato, facendo girare tutto intorno al capitano Alessandro Gentile, sapendo che spesso i famosi «progetti tecnici» sono finiti nell'antro di Malagant. «Ci troviamo ad aprire una stagione nel segno del riscatto», esordisce Proli. E prosegue senza tropi giri di parole. «Ci aspettiamo di fare molto meglio dell'ultima stagione per tornare a vincere lo scudetto e a essere temibili in Eurolega».
Sacrificio, disciplina. Parole d'ordine per la vita nuova cercando subito la pace con il popolo che ha riempito il Forum, la casa obbligata, aspettando sempre il nuovo Palalido, pensando seriamente che negli spazi Expo, senza tradire nessun progetto sposato in precedenza, potrebbe davvero nascere la nuova casa. Repesa che esclude la riconferma di Samardo Samuels, alla ricerca di giocatori che sentano davvero il piacere dell'avventura nel grande club, amore per il basket. «Americani o europei non importa», conferma l'ex coach del Cedevita, si cercano giocatori «che non escano troppo: non ci interessa rischiare con giocatori di talento ma con meno professionalità». Nelle parole di Proli per congedare chi se ne è andato, cominciando da Hackett per finire a Banchi, apprezzamenti, ma con il retrogusto del rapporto tradito. Rivoluzionare era necessario e Banchi, ha detto il presidente restaurato, non sembrava più adatto al nuovo progetto triennale.
Repesa in Italia ha già vinto. Scudetto Fortitudo preso proprio all'Armani. Nove titoli in carriera. In Europa ha fatto cose stupende con la nazionale croata, con il Cedevita Zagabria, dove adesso è andato Pozzecco come vice allenatore, che lo ha liberato anche se era sotto contratto. In Italia, dopo essere diventato re a Bologna, bel lavoro a Roma e Treviso dove ha svezzato il giovane Gentile.
Idee chiare, ma fino al 17 agosto giorno del raduno per il ritiro di Bormio, squadra in costruzione, sperando di aver convinto Nicolò Melli a restare con le parole che un allenatore deve dire: «Gli prometto soltanto di farlo diventare un giocatore migliore se resterà con noi».
E Gigi Datome? «Aspettiamo di capire se avrà una chance concreta in Nba - dice Proli -, altrimenti avremo modo di provare ad avvicinarci». Quanto ad Andrea Cinciarini, «è un giocatore da considerare non solo perché italiano ma perché in grado di far girare bene le squadre dove ha giocato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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