(...) alla kermesse del Pd il sindaco giorni fa abbia spento in maniera definitiva il tormentone dell'estate, «Giuliano ripensaci», sembra che il segretario non ci creda del tutto. Ma l'appello ha un doppio valore: visto che il no è abbastanza scontato, significa anche decidiamo insieme il percorso successivo, senza rotture tra Pd e mondo arancione.
Renzi arriva alla festa intorno alle 16.15, ben prima del comizio finale . Stringe mani, si mette in posa per i selfie con il pubblico dietro le transenne («cosa non si fa per il Pd») e ringrazia i volontari che hanno alla festa con le magliette gialle e la scritta «Bella ciao». Ma evita il convenzionale giro tra le cucine e i tavoli da calciobalilla per il rischio di contestazioni. Metà dei cancelli sono chiusi al pubblico, il parco è blindato. Non si incrociano il premier e la cinquantina di sindacalisti dell'Usb che protestano contro Jobs act e riforma della scuola. Sono armati di tronchesi e filo spintato, provano a sfondare la cancellata tra corso Venezia e via Palestro e interviene la polizia in tenuta antisommossa: la prova di forza viene ridotta ad un'azione simbolica. Anche durante il comizio una ventina di precari della scuola gridano slogan e «vergogna». Il premier prova a zittirli con una battuta: invita i Democratici ad «abbracciarli». Attivisti gay invece alzano i manifesti «lo stesso amore, gli stessi diritti» e «alcune ragazze sposano altre ragazze, fattene una ragione» e partono applausi quando vengono inquadrati sul maxi-schermo prima dell'arrivo del segretario. In 5mila circa assistono al comizio. «Il cielo è sempre più blu» di Rino Gaetano alla festa dell'Unità dell'era Renzi è archiviato, roba del passato. Mentre i supporter con le bandiere si piazzano sotto il palco suonano piuttosto le canzoni dei Nirvana o Bruce Springsteen e quando Renzi sale e scende dal palco lo fa sulle note di «Hero» dei Family of the year. Nelle prime file i candidati già scesi in campo, il deputato Emanuele Fiano e l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, subiscono ancora un appello al sindaco. Almeno un altro dei papabili si prende la soddisfazione di essere citato, non in veste di politico ma di architetto: è Stefano Boeri, il «Bosco Verticale» in piazza gae Aulenti viene citato dal premier come «esempio emblematico» di edilizia sostenibile realizzata a Milano. É già qualcosa. Renzi incassa applausi sul tema dell'accoglienza ai profughi e ricorda che da Expo molti gli consigliavano di farsi «vedere solo di striscio, ma noi abbiamo detto sì a Expo in un momento in cui sembrava che fosse peggio di una malattia e mando un abbraccio affettuosissimo ai gufi laureati che ogni giorno puntavano sul flop».
Il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri accanto a Renzi lancia la sfida del 2016, «se vinciamo a Milano l'anno prossimo possiamo voltare pagina anche in Lombardia». Prima del comizio, lui e il coordinatore metropolitano Pietro Bussolati gli hanno parlato del caso Milano. Non hanno consegnato la lettera con cui i circoli dem chiedono in maniera categorica le primarie, ma Bussolati garantisce che nel colloquio «il segretario «ha confermato il percorso chiaro e i tempi che ci siamo dati». Tradotto, primarie «per scegliere il miglior candidato». Gli hanno regalato la t-shirt gialla con il numero 10 («è il nostro bomber»).
Di certo, ha già uno squadrone di aspiranti sindaci, schierati ieri sotto il palco. C'erano (ovviamente) Fiano e Majorino, il socialista Roberto Caputo, Boeri e altri già finiti nel toto-nomi come il vicesindaco Francesca Balzani e l'ex Ada Lucia De Cesaris, l'assessore Pierfrancesco Maran.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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