Chiusura da applausi per l'edizione 2012-2013 di «Aperitivo in Concerto» grazie al concerto dell'ultimo, stimolante progetto elettrico del trombettista Dave Douglas, classe 1963, tra le figure più in vista del panorama jazz contemporaneo, nonchè uno dei campioni della scena downtown newyorchese.
L'illuminato compositore-trombettista statunitense si esibirà quest'oggi (dalle 11, ingresso 12/8 euro) al Teatro Manzoni, in prima europea, alla testa del nuovissimo quintetto di cui fanno parte Aoife O'Donovan, una giovane cantante-chitarrista conosciuta Oltreoceano per il suo lavoro nella band di progressive-bluegrass Crooked Still, un fenomenale quanto giovane contraltista come Jon Irabagon, oltre al pianista Matt Mitchell, la bassista Linda Oh e il batterista Rudy Royston.
Imprevedibile esploratore del jazz contemporaneo, Dave Douglas, da tempo riconosciuto come uno dei più importanti e originali musicisti emersi dalla scena musicale improvvisata degli ultimi decenni, si è fatto apprezzare per la tendenza a sviluppare un percorso creativo (la riprova arriva dalla miriade di progetti paralleli, portati avanti con il medesimo grado d'abnegazione e contraddistinti ognuno da una propria specificità nell'ambito della musica creativa contemporanea) seguendo direzioni e linguaggi diversi ispirati dalle passioni per giganti come Davis e Coltrane, ma anche per autori come Aaron Copland, Stravinskij e perfino Stevie Wonder. E, ovviamente, anche con quest'ultima formazione non viene meno al proprio «dna» musicale.
Il quintetto ha già all'attivo un album (davvero ben recensito) dal titolo «Be Still», pubblicato lo scorso anno dall'etichetta personale di Douglas, Greenleaf Music, che altro non è se non un curioso quanto sentito omaggio alla mamma del trombettista deceduta nell'agosto del 2011 dopo una lunga battaglia contro il cancro.
Non a caso la maggior parte dei pezzi che compongono l'album traggono spunto da inni di tradizione protestante (per esempio, c'è una citazione di «Finlandia» del noto compositore Jean Sibelius) e canzoni folk che la madre gli chiese di eseguire al suo funerale e che il figlio arrangiò in origine per un'orchestra di fiati.
Dopo il funerale, quei brani rimasero impressi nella testa di Douglas, che continuò a giocare con gli arrangiamenti in cerca di una riflessione più personale, finchè all'inizio del 2012 non incontrò ad un concerto Aoife O'Donovan (dalla sua anche una collaborazione con il talentuoso violoncellista Yo Yo Ma nel disco «The Goat Rodeo Sessione», in bilico tra contemporanea e la tradizione talvolta dal sapore bluegrass) e, per la prima volta in carriera, decise di pubblicare il suo primo album con una cantante, mettendola al centro del suo progetto di rivisitazione di queste canzoni, in seguito «riviste e corrette» per il suo nuovissimo quintetto. Il risultato? Un'appassionate combinazione di folk, country, bluegrass, folk britannico e naturalmente... jazz.
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