È il momento dell'altro Expo. Quello dei popoli alla Fabbrica del vapore. E Tristram Stuart è il personaggio principale della giornata di apertura della tre giorni organizzata per i movimenti contadini di tutto il mondo. Alto, biondo, anglosassone, scrittore impegnato e di successo, Stuart è noto soprattutto per la sua battaglia contro gli sprechi alimentari. Il suo libro «Sprechi. Il cibo che buttiamo, che distruggiamo, che potremmo utilizzare» è stato tradotto in diverse lingue e ha collezionato premi. Non solo, si è fatto un nome anche perché ha vissuto per un periodo senza fare la spesa in modo tradizionale. Ha usato soltanto cibo che i supermercati gettano via, ma non per convincere le persone a vivere come i clochard, bensì «per convincere i supermercati a cambiare il sistema di gestione delle risorse alimentari». «Sento dire spesso che dobbiamo incrementare almeno del 60% la produzione mondiale di cibo per sfamare tutte le persone, ma secondo me non è questo di cui abbiamo bisogno - ha proseguito Stuart - noi sprechiamo oltre un terzo di quello che produciamo, ma dovremmo pensare a ciò che buttiamo come a un boomerang: tu lo getti via, ma torna indietro come spazzatura». E ci sono dati consistenti a sostegno delle affermazioni di Stuart: secondo una delle ultime ricerche dell'Institution of Mechanical Engineers, associazione degli ingegneri meccanici britannici, metà del cibo che viene prodotto nel mondo, circa due miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura, benché sia in gran parte commestibile. Non solo: più di 8 miliardi di euro di cibo all'anno vengono gettati nella spazzatura, secondo il Rapporto 2014 Waste Watcher - Knowledge for Expo presentato poco tempo fa. Gli italiani però sembrano già pronti a mettere in pratica i comportamenti utili a ridurre gli sprechi. Secondo l'indagine realizzata del 2014 da Gfk Eurisko con la collaborazione di Auchan e Simply, il 54% afferma di controllare quotidianamente il frigorifero, il 65% controlla almeno una volta al mese la dispensa, solo il 36% dichiara di attenersi alla data di scadenza dei prodotti riservandosi di valutare personalmente la freschezza dei prodotti prima di buttarli. E il 45% si dichiara favorevole alla vendita a prezzi scontati di alimentari non deperibili scaduti. La ricerca ha quantificato anche le dimensioni dello spreco alimentare domestico in Italia: ogni anno in media una famiglia italiana butta 49 kg di cibo. Per tutto questo Stuart è un attivista del freeganism, stile di vita anticonsumistico che recupera prodotti freschi scartati dai supermercati perché vicini alla data di scadenza o esteticamente imperfetti.
Ma non consiglia quello stile di vita anche «perché sarebbe poco igienico», piuttosto spinge per organizzare le persone a recuperare il cibo: in Inghilterra esiste già una catena di associazioni che raccoglie il cibo in eccesso, quello non buono per la vendita, direttamente dagli agricoltori e lo porta ai bisognosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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