Pisapia, Salvini, Del Debbio, Gallera. Gabriele Albertini, nove anni dopo aver riconsegnato Milano, dà i voti ai protagonisti, certi o potenziali, della prossima campagna elettorale. A partire dai componenti della sua giunta, tre dei quali sono oggi candidati a sindaco. «Una squadra di fuoriclasse» spiega. «Quella giunta è passata alla storia perché ho scelto persone più brave di me - confessa - Io ho un solo vanto: averli scelti e tenuti insieme». Promosso a pieni voti l'ex ministro Maurizio Lupi: «Sarebbe perfetto. Fu protagonista della rigenerazione urbanistica della città. Era il mio candidato prima che la situazione volgesse al peggio con quella gogna mediatica da cui è uscito con dignità e lealtà». Un solo problema per lui: Il punto è se riesce a essere candidato di tutto il centrodestra.
Altrimenti sarebbe uno spreco enorme». E sul veto della Lega, il giudizio è chiaro: «Salvini è un movimentista. Ha iniziato al Leoncavallo ed è finito con Casa Pound. Ha numeri, voti, popolarità, ma ha scelto la demagogia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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