Chiara Campo
«Dopo le garbate pressioni di Stefano Parisi, direi quasi da stalker, ho deciso di fare il capolista». Maurizio Lupi di fianco al candidato sindaco del centrodestra ha presentato ieri i 48 nomi della lista «Milano Popolare» sciogliendo quello che è rimasto un giallo fino all'ultimo. Mentre a Roma il centrodestra è imploso, con la Lega e Fdi a sostegno di Giorgia Maloni e Fi e Ncd su Alfio Marchini, l'ex ministro ciellino qui conferma che la coalizione è compatta. E a chi (leggi Beppe Sala) sostiene che se vincerà Parisi le frizioni verranno alla luce al primo consiglio comunale garantisce: «Noi non abbiamo paura di Salvini e della Lega Nord. La Lega rappresenta una parte importante della sensibilità milanese, non bisogna sottovalutare la pausa e i temi della sicurezza, ma l'unica risposta non deve essere il lepenismo. Io ho scelto di candidarmi come capolista perché solo con una forte barra al centro si può tornare a governare una città come Milano. E la differenza dagli avversari è che non abbiamo bisogno di indossare la maglietta di Che Guevara e snaturarci come Sala per dimostrare che crediamo nella cultura della coalizione a cui apparteniamo. La nostra è più forte perchè è fatta da sensibilità e proposte diverse, unite da un comune sentire, la Lega rappresenta un pezzo importante della sensibilità dei milanesi».
Lupi cita come «concapolista» Adriano De Maio, ex rettore del Politecnico con cui da assessore sotto la giunta Albertini (e con Parisi city manager) lanciò il trasloco di un pezzo dell'ateneo alla Bovisa, per battere il degrado. Corrono per «Milano Popolare» 27 uomini e 21 donne, tra cui 4 pensionati, cinque imprenditori, sei manager aziendali. In testa di lista i consiglieri in carica centristi Carmine Abagnale e Matteo Forte, poi l'ex assessore di Forza Italia Stefano Pillitteri, la consigliera regionale Carolina Pellegrini, con un incarico sulle Pari Opportunità, l'avvocato penalista Daria Pesce, nota per aver difeso la Cia nel processo per il rapimento dell'imam Abu Omar, il pubblico ministero Maria Antonia Macchini, la manager Maria Alberta Luisa Viviani. Tra i nomi in lista spicca quello di Nabih Dalal, rappresentante delle donne marocchine in Italia («difendo i diritti delle donne, mia madre fu uccisa da mio padre quando avevo solo 3 anni» ha raccontato), Natalia Boccadoro in rappresentanza del settore turismo (Frigerio Viaggi), Maria Teresa D'Abdon, presidente dell'associazione italiana «Vittime della violenza», Josephine Pasco, espressione della comunità filippina milanese, Federico Illuzzi, già consigliere in Zona 9.
«Io ho usato molto fair play finora - afferma Parisi - ma da parte della sinistra c'è una volgarità che mi ha seccato. Su Expo ho sempre detto che è stato un grande evento positivo, ma con le Olimpiadi invernali del 2006 Torino ha trasformato la città, quella è la sinistra che a noi piace, quella milanese, dei Majorino o De Cesaris, è radicale. In 5 anni non ha pensato al post Expo.
Ha bloccato Milano e continuerà a farlo se vincerà Sala».Le liste andranno depositate entro le 12 di sabato mattina. Domenica alle 10 al teatro Manzoni sarà il leader Silvio Berlusconi a lanciare quella di Forza Italia, guidata da Mariastella Gelmini.
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