Ci sono già gli alberi «segnati» con una ics rossa in corso Indipendenza: saranno in tutto 760 le piante che tra viale Forlanini e il capolinea di San Cristoforo saranno sacrificate per fare spazio ai cantieri della M4, la quarta linea della metropolitana. Nei quartieri che subiranno più disagi bollono le proteste, al Lorenteggio e intorno al parco Solari sono nati i primi comitati e hanno già messo in atto presidi e minacce di ricorso. Il Pd metropolitano ieri sera ha lanciato l'«operazione simpatia», con un convegno a Palazzo marino dal titolo «Noi la vogliamo così», sul palco il segretario cittadino Pietro Bussolati, l'assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran e quello ai Lavori pubblici Carmela Rozza, il capogruppo Bertolè e l'anima più ambientalista dei Democratici in consiglio Carlo Monguzzi. In questa sede il presidente di Sea Pietro Modiano ha confermato l'ipotesi di collegare la M4 all'Idroscalo: «Bisognerà rivedere il layout dell'aeroporto, demolire la palazzina degli uffici dei dirigenti Sea e collegare l'uscita della metrò M4 con l'Idroscalo, attraverso una piazza, un percorso coperto di 500 metri con cui chi esce dalla metropolitana attraverso l'aeroporto può arrivare al bacino».
Il centrosinistra prova a spiegare che saranno più i benefici dei costi, ma sa che sulla M4 si gioca una fetta dell'elettorato. Poca simpatia, forse, susciterò la nuova sede della società mista Spv M4. Si tratta della società mista, partecipata dal Comune con il 66,6%, e da altri soci, tra cui Salini-Impregilo, Astaldi, Ansaldo sts, Ansaldo Breda, Sirti e Atm, che dovrà realizzare l'opera. Lo statuto approvato nel 2009 prevedeva che fosse proprio Palazzo marino a mettere a disposizione della società M4 uno spazio da adibire a sede e uffici scegliendo tra le tante all'interno del proprio patrimonio. E «a seguito di sopralluoghi organizzati dalla direzione Demanio» si legge sulle linee di indirizzo per la concessione d'uso approvate in giunta è stata «giudicata idonea l'unità immobiliare del Comune attualmente libera e disponibile in piazza Castello 3, di 645 metri quadrati». La società (per due terzi dunque rappresentata dalla stessa amministrazione) verserà un canone annuo pari a 183.835 euro, «calcolato secondo i canoni di mercato». In pratica, 15mila euro al mese per una sede con vista sulle torri del Filarete. Nel ricco patrimonio di proprietà forse Palazzo Marino avrebbe potuto trovare uno spazio anche più defilato, da ristrutturare insieme ai soci privati, invece di sottrarre a gara pubblica un immobile centralissimo e che, magari, attraverso un bando avrebbe portato più guadagni. Soldi che peraltro verranno sottratti al Museo di storia naturale, il vero destinatario dell'affitto. L'immobile è nelle disponibilità dell'amministrazione grazie ad un lascito. Nel 1944 il professor Ronchetti, luminare della scienza medica e benefattore del Comune, pose tra i vincoli della donazione che i proventi costituiti dal canone di locazione fossero destinati al Museo civico di Storia naturale.
In attesa della futura metropolitana (finiranno nel 2022) e della sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso della ditta Pizzarotti contro l'assegnazione alla cordata di Salini-Impregilo (l'udienza è stata due giorni fa), la società di sviluppo si accomoderà in piazza Castello 3. La concessione d'uso scadrà tra dodici anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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