La macchinetta dei ticket non va Atm: «Se è rotta vada al bar...»

Luca Pavanel

Ore 14.20 circa, fermata della metro verde Abbiategrasso a Milano. Una fila di persone imbufalite davanti alle macchinette per comprare i biglietti. Distributori che a quell'ora, viene constatato dai malcapitati, non funzionano: due su due. «Ma scusi il biglietto non può farlo al bar? (a due passi da lì, ndr)», così replicano alla segnalazione del guasto al gabbiotto Atm della stazione a chi rischia di arrivare in ritardo al lavoro. Già, perché non andare anche in edicola in superficie o in qualche altro rivenditore autorizzato, perdendo altri dieci minuti. Ma allora le macchinette nelle stazioni che ci stanno a fare?

Per carità, «loro» possono smettere di funzionare - tutte le cose prima o poi si rompono - ma perché non dire «lo abbiamo già segnalato, scusi per il disagio» oppure «grazie per avercelo riferito che avvisiamo subito chi di dovere»? Niente osservazioni sulla professionalità di nessuno, solo un appunto sulle capacità di relazionarsi col pubblico; un'arte - anche questa - che si sa esercitare se si è naturalmente portati (qualche caso esiste) o con un corso ad hoc. Il caso è chiuso, ma non quello delle macchinette.

Treno in orario, una metropolitana che probabilmente ci invidiano un po' tutti: arrivati a Cadorna però, dopo la solita procedura per uscire, l'occhio di un animo irritato cerca le macchinette e cosa vede? Ore 14,40 circa: una fila davanti a una di queste che pare funzionare, l'altra gemella no: una su due. Non disturbate nessuno, per evitare la ressa i biglietti si possono fare all'edicola della stazione.

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