Majorino: «Andrò ai convegni Sel col cartello “non sono d'accordo”»

Majorino: «Andrò ai convegni Sel col cartello “non sono d'accordo”»

«La prossima volta porterò una paletta con scritto favorevole e contrario e la girerò a seconda di quello che sento». É la replica ironica, ma secca, dell'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino al segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri. Ieri aveva dichiarato che dai dirigenti democratici presenti sabato al convegno di Sel - quello che ha innescato una polemica a distanza tra Giuliano Pisapia e dem - si sarebbe aspettato «una presa di distanza da certi attacchi di Nichi Vendola al nostro segretario Matteo Renzi». Un richiamo che non ha sfiorato Majorino, già in fibrillazione per le primarie e (forse) con la benedizione di Pisapia. Su quel palco il sindaco ha sostenuto che «qualcuno a Roma vuole sconfiggere e non replicare il modello Milano», l'alleanza tra Pd e Sel. Ieri ha provato a smorzate la polemica: «Mi spiace che sia stata estrapolata una frase da un discorso più ampio, più positivo e di fiducia nel fatto che il processo politico andasse avanti. Capisco che chi ha letto solo la frase abbia poi reagito in modo comprensibile». E, comprensibilmente, dopo le sue parole Alfieri e il segretario milanese Pietro Bussolati hanno risposto alle accuse avvertendo il sindaco che «non esiste un Pd buono a Milano e uno cattivo a Roma, vogliamo guidare una coalizione di centrosinistra e lavoriamo tutti per il cambiamento». Ricordando anche i tanti emendamenti presentati da Sel a livello nazionale «contro alcune riforme per il cambiamento. Il Pd non è un menù alla carta in cui si può scegliere cosa piace e cosa no». Chi ha orecchie per intendere intenda. Fa finta di non aver capito le polemiche del Pd invece Majorino, che li invita ad esprimersi in modo chiaro e netto sul futuro: «Non ho capito niente delle repliche a Pisapia da parte dei dirigenti lombardi del Pd su modello Milano e co - scrive su Facebook -. Facciamola più facile così la comprende anche uno come me: facciamo le primarie libere, partecipate e chi le vince fa il candidato (o la candidata) sindaco. E gli altri lo (la) sostengono. Così decidiamo a Milano e non a Roma. E con i milanesi e non sulla loro testa. Se siamo tutti d'accordo perché non andare avanti uniti e sereni». Il consigliere Pd Carlo Monguzzi va più in là: «Nelle primarie di novembre oltre al candidato potremmo scegliere anche il modello di coalizione. Così eviteremmo incomprensioni, equivoci e politichese vario».

In Comune la lista dei «buoni», quelli che potrebbero sostenere un candidato sostenuto da Pisapia e da un movimento di sinistra che tenga dentro Sel, parte di non renziani e i comitati civici (quest'estate si chiamava la «cosa» arancione, presto potrebbe avere un nome e un simbolo) potrebbe essere lunga.

Oggi ci gravitano intorno ovviamente Majorino, gli assessori Cristina Tajani, Chiara Bisconti, Ada Lucia De Cesaris, Franco D'Alfonso, i consiglieri civatiani Monguzzi, Lamberto Bertolè, Alessandro Giungi, Paola Bocci e i tre di Sel Mirko Mazzali, Luca Gibillini, Patrizia Quartieri. Per iniziare.

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