Nel 2012 prometteva un «Immigration center» come quello di New York, una sede comunale grande e attrezzata con personale pronto ad esaudire (in molte lingue) le richieste degli stranieri. Ha dovuto accontentarsi di uno spazio più modesto in zona Ticinese, già usato dal centro di mediazione al lavoro. L'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, già sceso in campo per le primarie del centrosinistra, ha inaugurato ieri in via Scaldasole 5, tra il Diocesano e via Conca del Naviglio, il «Centro delle Culture del mondo», «una nuova casa per tutti i soggetti che operano nel territorio cittadino sul tema dell'immigrazione per un modello integrato di intervento. Informazioni, orientamento sulle normative, servizi per l'integrazione, accompagnamento al ricongiungimento familiare, gestione delle emergenze profughi, accoglienza dei rifugiati e collaborazione per i servizi rivolti ai Minori stranieri non accompagnati. Ci saranno corsi di italiano e materiale informativo in 9 lingue (italiano, francese, inglese, arabo, spagnolo, bengalese, russo, cingalese e filippino). Se lo slogan della Lega è «prima gli italiani», la sua campagna per il 2016 parte con un altro punto di vista. Non si fa attendere la polemica del consigliere Fdi Riccardo De Corato: «Ho presentato un'interrogazione per sapere esattamente quanto il Comune ha speso in 4 anni, sia in soldi comunali che statali, per centri di prima e seconda accoglienza, hub, tendopoli e servizi. Mentre decine di milanesi dormono per strada il Comune si occupa dell'accesso all'università per gli immigrati». In questo caso, a dire il vero, sembra più un'operazione spot per l'assessore. Il restyling della sede, assicura Majorino, è stato quasi a costo zero e sono state adattate sale prima inutilizzate. Il personale del Comune sarà lo stesso di prima, le associazioni avranno a disposizione gli spazi per fare volontariamente progetti. Se lo slogan della Lega è «prima gli italiani», il messaggio di Majorino (almeno mediaticamente) parte da altro punto di vista: attenzione a profughi, immigrati. E a quanto pare punta alle Comunali 2016 con i temi che sono più cari alla sinistra-sinistra che al Pd renziano. A Roma, per dire, la legge sulle unioni gay va al rallenty, qui l'assessore-candidato spende tanto tempo, promesse e iniziative rivolte alla comunità Lgtb. Tra i primi testimonial ha già un militante gay come Luca Paladini.
O esponenti «iperambientalisti» come Milly Moratti, che alzano barricate ideologiche contro lo sviluppo della città, mentre l'ala renziana del Pd difende le nuove metropolitane al costo di sacrificare centinaia di alberi lungo il tracciato. Ancora: nei primi video della campagna c'è don Gino Rigoldi, il prete amico del Leoncavallo che ha «sfornato» parecchi consiglieri comunali. Di Sel, però.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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