Malati in quarantena a Milano nell'ospedale militare a Baggio

Oggi riunione operativa a Palazzo Marino col sindaco: «Pronti ad adottare misure preventive anche in città»

Cristina Bassi

Arriva inevitabilmente a Milano la coda dell'emergenza scoppiata nel Lodigiano, con 15 casi confermati di contagio da Coronavirus. Il focolaio è stato circoscritto ai comuni coinvolti intorno a Codogno, ma anche in città parte la macchina della prevenzione. Non solo perché praticamente tutti i pazienti malati ieri sono stati trasferiti al Sacco e perché la cena tra il presunto «paziente zero» e il 38enne che poi avrebbe contagiato tutti sarebbe avvenuta proprio in un ristorante milanese tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio. Il sindaco Giuseppe Sala avverte che «al fine di offrire la massima collaborazione alla Regione, alla Prefettura e alle istituzioni responsabili in materia di sanità, ho istituito un gruppo di lavoro che si riunirà domani mattina (oggi, ndr) a Palazzo Marino. Seguiremo costantemente l'evolversi della situazione e verificheremo la necessità di adottare eventuali misure di nostra competenza».

C'è poi la questione della quarantena delle persone che sono entrate in contatto «stretto» con i malati accertati. Il commissario all'emergenza per il Coronavirus Angelo Borrelli ha spiegato che sono state individuate due strutture: una in provincia di Piacenza e una a Milano. Si tratta dell'ospedale militare di Baggio, con 60 posti, e dell'ex base del 50esimo Stormo a San Polo di Podenzano, con 130 posti. Sul fronte sanitario il anche Policlinico corre ai ripari. «A causa dell'emergenza sanitaria globale - dicono dall'istituto - chi viene in ospedale per tosse, raffreddore, febbre, congiuntivite deve tassativamente disinfettarsi le mani e indossare la mascherina. Mancano al momento le indicazioni del ministero e in attesa di questo, non essendoci una precisa direttiva abbiamo deciso di muoverci, rafforzando le indicazioni che già ci sono normalmente. Le preoccupazioni e tutte le misure sono doverose per evitare i contagi».

Infine le ripercussioni sull'economia. «Siamo disponibili fin da subito - interviene il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi - a collaborare con le istituzioni per trovare soluzioni che possano sostenere le imprese e i lavoratori in questa situazione di crisi. Saremo dunque impegnati a identificare le modalità più adeguate che vedano tutte le parti lavorare insieme per il sostegno del reddito dei lavoratori coinvolti». Confcommercio, con il presidente Carlo Sangalli, esprime «preoccupazione anche per tutte quelle attività imprenditoriali che sono paralizzate dalla quarantena» nella zone colpite.

Si chiede al governo che «sia concessa una sospensione dei pagamenti legati alle prossime scadenze fiscali e contributive». E l'Unione artigiani di Milano e di Monza Brianza raccomanda agli operatori che lavorano con il pubblico «di osservare scrupolosamente le cautele» e adottare «un comportamento sereno e responsabile».

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