Cronaca locale

Mamma in auto con 3 figli aggredita a colpi di piccone

Un uomo con il volto mascherato ha colpito più volte la vettura con la famiglia a bordo

È spuntato all'improvviso e s'è lanciato sull'auto armato di piccone menando grandi fendenti, mentre dentro la vettura una donna di 26 anni e i suoi tre bambini gridavano terrorizzati. Poi, silenzioso come è arrivato, è sparito, lasciando così modo alla vittima, rimasta illesa come i suoi figli, di chiamare il marito e la polizia. I due coniugi hanno riferito di non avere nemici ne subito minacce, anche se i piccoli precedente alle spalle, potrebbero lasciar pensare più che al gesto di uno squilibrato, a un regolamento di conti.

Un'aggressione a colpi di piccone, come nei peggiori film dell'orrore, fa sempre accapponare la pelle, specie in una città già duramente colpita da Kabobo, che in un momento di follia massacrò tre innocenti e sconosciuti passanti a Niguarda. E ieri Milano sembrava ripiombata nello stesso incubo quando alle 15.30 la donna ha chiamato il 112 denunciando l'aggressione appena subita.

La vittima, una romena di 26 anni, aveva appena parcheggiato l'auto in via degli Apuli, quando dal nulla è apparso un uomo mascherato armato di piccone, che ha iniziato a colpire i vetri, andati in frantumi, e le ruote, bucate dalla punta acuminata. Pochi secondi poi, cessata la furia, l'uomo abbandona il piccone e fugge. La giovane si riprende cerca di tranquillizzare i suoi tre bimbi, tutti miracolosamente incolumi, poi chiama il marito e quindi il 112.

Sul posto arrivano gli investigatori del commissariato Lorenteggio che raccolgono il piccone e lo affidano alla scientifica per il reperimento di eventuali impronte. Poi iniziano a svolgere accertamenti sulla vittima e sul marito, di due romeni, entrambi con piccoli precedenti alle spalle. I coniugi giurano di non avere nemici così agguerriti ne di avere mai ricevuto minacce. Che difficilmente confesserebbero. Nel caso, potrebbe trattarsi di una vendetta «trasversale»: colpire la donna, o il marito, per lanciare un messaggio a parente o amico. La dinamica dell'azione infatti porterebbe a escludere l'aggressione casuale. Le indagini sono ora affidate allo stesso commissariato che però, oltre al piccone, non ha molto altro in mano: nei pressi del luogo dell'agguato non ci sono telecamere, né la donna ha fornito descrizioni accurate dell'aggressore.

L'azione si muove comunque in un quartiere problematico, via degli Apuli è infatti al centro di un complesso di vecchie case popolari. Lo scorso marzo nella vicina via Segneri un salvadoregno di 36 anni violentò e uccise una ragazza dominicana di 29 e suo figlio di 3. Un contesto che dunque porterebbe a escludere un gesto determinato dalla follia, come fu nel maggio di due anni fa quando il ghanese Mada Kabobo aggredì a colpi di spranga prima e di piccone poi alcuni passanti mai visti primi. Con un bilancio terrificante: tre morti e due feriti.

Interrogato, l'africano spiegò al giudice che aveva agito così perché aveva sentito delle «voci», compresa quella di Dio, che lo esortavano a uccidere.

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