Mandano un sms al figlio e poi si uccidono in casa

L'unica cosa da chiarire è se Mario abbia ucciso la moglie prima di suicidarsi, oppure abbia atteso che Giovanna si sparasse per poi raccogliere la pistola e fare fuoco a sua volta. Per il resto non ci sono dubbi sulla fine dei due farmacisti che, ossessionati da qualche debito e da una salute un po' malferma, hanno deciso di farla finita. Così l'altra notte attorno alle 2.30 un messaggio al cellulare del figlio, poi i due colpi in rapida successione. L'uomo si precipita a casa dei genitori, insieme alla polizia e ai vigili del fuoco, entra in casa e trova i genitori ancora agonizzanti sul letto. Moriranno subito dopo.
Mario e Giovanna, 72 e 70 anni, avevano passato tutta la vita insieme, fin dai banchi della facoltà di farmacia a Roma, dove erano nati, si era sposati e nel 1971 avevano anche messo al mondo il loro unico figlio Alessio. Qualche anno dopo il trasferimento per il lavoro di lui, informatore farmaceutico, a Milano dove aveva trovato lavoro poi anche la moglie. Attività che avevano consentito alla famiglia un tenore di vita più che dignitosa come dimostra l'abitazione scelta, un elegante appartamento al terzo piano di via Osma 2, quartiere San Siro.
Negli anni il figlio Alessio si è sposato, ha avuto tre figli, si è separato e ha trovato una nuova compagna, andando ad abitare in pieno centro, mentre Mario e Giovanna lentamente hanno iniziato a invecchiare, decidendo qualche tempo fa di andare in pensione. Ma a quel punto invece che godersi gli ultimi anni in santa pace, qualcosa è saltato negli euilibri dei due anziani e sono iniziate le ossessioni. In particolare per la salute e qualche debito contratto con le banche e con dei privati. Visto il tenore di vita non avrebbe dovuto preoccuparli, invece queste due questioni sono diventate un macigno. Più volte negli ultimi tempi avevano confidato al figlio di essere stanchi, di non riuscire più a sostenere la vita. Alessio ha pensato a un po' di stanchezza, molto lontano da immaginare il gesto estremo. Invece l'altra notte verso le 2.30 arriva un messaggio al suo cellulare: «Io e la mamma abbiamo deciso di farla finita». L'uomo cerca di chiamare subito il padre ma il telefono è staccato. Infila il cappotto per precipitarsi dai suoi e intanto avverte la polizia. Qualche minuto dopo davanti alla casa, lampeggiano le auto di polizia e vigili del fuoco. Alessio infatti non ha le chiavi di casa. I pompieri suonano a una vicina, passano attraverso il terrazzino, rompono una finestra e trovano i due anziani sul letto agonizzanti. Moriranno tra le braccia dei soccorritori.
Una lettera scritta a mano, spiega il disagio dei due anziani che hanno pianificato ogni cosa con lucida freddezza. Si sono stesi sul letto vestiti ma senza scarpe, ognuno sul lato in cui era solito dormire. Il primo colpo, sparato alla tempia con una calibro 22 regolarmente detenuta, ha ucciso lei. Mario ha raccolto il bossolo, lo ha appoggiato sul comodino, quindi ha premuto a sua volte il grilletto.

Resta da capire se Giovanna si sia uccisa e il marito abbia raccolto l'arma per togliersi la vita, oppure se Mario abbia sparato alla moglie e poi si sia tolto la vita. Un dettaglio utile solo per la relazione della polizia.

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