Manette al prof che toccava le sue alunne

Manette al prof che toccava le sue alunne

Un professore dalle mani lunghe e quattro colleghi che lo coprivano, invitando le ragazzine molestate, quando cercavano aiuto a protezione, a non raccontare nulla a nessuno. E così una scuola media del centro, non di chissà quale sperduta e degradata periferia, si era trasformata in una trappola infernale per almeno cinque alunne. Fino a quando un tema-denuncia arrivato in mano a un insegnante esterno ha messo in moto il meccanismo che ha portato all'arresto del prof molesto e a pensati denunce per gli altri docenti che l'hanno coperto per anni. L'indagine della polizia locale è però solo all'inizio e potrebbe riservare presto altre sgradevoli sorprese, prima tra tutte altri nomi da inserire nell'elenco delle vittime.
M. M., 61 anni, sposato con figli, insegna in quella scuola media da almeno venti. Bene, anche se non avesse quel «vizietto». Ogni volta che una ragazzina va alla cattedra con mosse studiate, e collaudate nel tempo, insinua le mani sotto le gonne e dentro le camicette delle allieve. Molestie, anche piuttosto pesanti. Qualche ragazzina prova a confidarsi con un paio di professoresse, sperando di trovare quanto meno «solidarietà di genere», e con l'ex preside e quello attuale. Ma tutti tengono più al buon nome della casta per cui la loro rezione assume toni che va dal terroristico «Zitta per carità, non dire a nulla a nessuno. Vuoi fare uno scandalo?» al rassicurante «Ma no, dai, ha frainteso, sarà stata una innocente carezza». Fino quando all'inizio dell'anno arrivano nella scuola due insegnanti esterni per tenere un corso sulla rabbia giovanile.
E una ragazzina scrive un tema, in forma di lettera diretta all'insegnante sporcaccione in cui sfoga tutto il suo livore e la sua impotenza. In termini tali che lasciano poco spazio ai dubbi. E l'insegnante gira «formalmente» la denuncia alla preside che non può chiudere gli occhi ed è costretta a informare la responsabile scuola del Comune Sabrina Banfi. Il 24 aprile la segnalazione viene girata alla polizia locale che attraverso l'unità tutela donne e minori, diretta da Francesco Podini, avvia le indagini. La vittima conferma, spiega la denuncia e fa i nomi di altre ragazzine che come nella Catena di Sant'Antonio diventano ben presto quattro. La polizia locale mette sotto intercettazione l'orco e scopre che un paio di colleghi, sentiti dagli investigatori, lo stanno informando delle indagini. Intercettano anche loro e scoprono come due professori e due presidi erano a conoscenza del «vizietto» del collega. «Lo sanno tutti che è pedofilo», e ora cercano di coprirlo.
Ieri la resa del conti, come hanno spiegato il comandante dei ghisa Tullio Mastrangelo e gli assessori Marco Granelli, Sicurezza, e Francesco Cappelli, istruzione. Il professore è finito in manette per violenza sessuale aggravata dalla condizione della vittime, sue allieve, e dalla loro età, meno di 14 anni. Non se la passano meglio i 4 «compari» sui quali pendono accuse gravissime: false dichiarazioni, omessa denuncia e rivelazione di atti coperti da indagine.

L'inchiesta comunque continua, perché nel corso delle intercettazioni si fa riferimento a fatti avvenuti almeno a partire dal 2011. Vista l'impudenza e il senso dell'impunità del proff, l'elenco delle vittime potrebbe dunque allungarsi a dismisura.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica