Tre adolescenti incantati al cinema davanti agli spari e alle corse di «Fast & Furious 7» quando l'azione esce dagli schermi e si materializza alle loro spalle. «Un agguato preparato, io i miei due amici siamo stati bloccati con una cravatta al collo mentre voci minacciose ci imponevano di consegnare tutto» racconta ora Davide. Cosa che i tre non hanno potuto evitare di fare. Quindi gli aggressori sono sgattaiolati via, lasciando le vittime speventate e piene di rabbia. «L'aggressione subita non cambierà la mia vita anche perché mia madre ha detto che questa è la nostra città, la nostra casa e non dobbiamo avere paura di muoverci. Solo un po' più di precauzione. Per esempio difficilmente entrerò ancora in un cinema deserto».
Milano tentacolare e un po' carogna, dalle mille sorprese, come quelle di essere rapinati all'interno di una multisala del centro, dove capitano Davide, Mario e Tommaso, 14 anni, borghesia cittadina, genitori insegnanti, avvocati, dirigenti. Sono tutti iscritti alla prima liceo scientifico, ma venerdì 17, numero fatale, hanno le ultime due ore «buche» per l'assenza degli insegnanti. «Così - racconta ora Davide - abbiamo pranzato a casa di Mario per poi andare a vedere l'ultimo episodio di Fast & Furious». Saga, giunta ormai alla 7 puntata, fatta di inseguimenti, spari, botte insomma quel cinema fracassone che piace tanto agli adolescenti alla perenne ricerca di «spettacoli forti». Senza immaginare che dello «spettacolo forte» sarebbero poi stati protagonisti.
Alle 13 i tre amici sono già seduti in mezzo a una delle sale dell'Odeon per seguire le vicende di Vin Diesel e Paul Walker. Alle 15, l'aggressione. I tre banditelli scivolano alle spalle delle vittime, le bloccano con una presa al collo quindi le frugano e rapinano di soldi, pochi spiccioli, e cellulari, avendo l'accortezza prima di farsi dare i codici per sbloccarli.
«Impossibile reagire - assicura l'adolescente - appena provavamo a farlo, stringevano più forte lasciandoci senza respiro, Tommaso ha ancora dei lividi blu sul collo. E poi erano più grandi e grossi di noi, 16/18 anni. Uno sicuramente italiano, gli altri due parlavano con un accento che mi è sembrato slavo. Sicuramente erano i tre seduti poco distante, ricordo che uno aveva la pelle olivastra». Dopo il colpo la fuga mentre i tre ragazzi hanno aspettato qualche minuto prima di uscire, andare in studio dal padre di uno di loro e avvertire le famiglie e la polizia.
«A ripensarci adesso tanta rabbia per l'umiliazione subita. E l'idea di andare a seguire un corso di krav maga(arte marziale elaborata dalle forze armate israeliane) anziché le lezioni di pianoforte» borbotta Davide, anche se si capisce che è più una provocazione. Rassicurato dalla mamma, come hanno fatto gli altri genitori con i loro figli, ha capito che «sono cose che capitano» in una grande città. Anche se poi le piccole non è che siano tanto meglio.
«Gli ho spiegato che Milano è e deve restare la sua casa dove muoversi senza avere paura. Certo con più precauzioni che in passato». Per esempio? «Be' - conclude Davide - sicuramente per un po' non andrò al cinema alle 13 e non entrerò se la sala è deserta se non in folta compagnia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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