Manzi, denunce e segreti Si indaga sull’agguato all’uomo dell’anti-usura

Manzi, denunce e segreti Si indaga sull’agguato all’uomo dell’anti-usura

È stato operato ieri e sta meglio Frediano Manzi, fondatore di «Sos Racket e Usura» ferito alle gambe a Menera di Lomazzo. I medici infatti applicato una placca alla tibia fratturata da un proiettile esplosi dall’ignoto attentatore. Nel frattempo sono state avviate le indagini da parte dei carabinieri, tenendo presente le molte luci del vulcanico personaggio ma anche qualche ombra. Manzi quando si è sentito abbandonato da istituzioni e partiti ha infatti commesso l’imperdonabile leggerezza di commissionare attentati incendiari contro i suoi negozi. Venendo immediatamente scoperto.
Frediano Manzi, 53 anni, proprietario di diversi chioschi di fiori, è senza dubbio un personaggio sopra le righe per le sue tante battaglie contro corruzione e malavita. Negli anni ha messo il naso su molte vicende delicate, poi diventate inchieste giudiziarie concluse con pesante condanne. Una su tutte il «racket» delle case popolari gestito da una banda che individuava gli alloggi liberi e li «affittava» a clandestini e pregiudicati. Ultima sua inchiesta contro l’intera giunta di Rozzano, accusato di infiltrazioni mafiose. Qualcosa più di un sospetto visto che due consiglieri che sostenevano la maggioranza di centro sinistra si sono trovati con i negozi bruciati per essersi opposti alla concessione della licenza per una sala giochi.
Negli ultimi tempi aveva intrapreso uno sciopero della fame che lo aveva fortemente indebolito, tanto da avere bisogno di un autista per potersi spostare in auto. L’altra sera era atteso per cena dalla sua compagna («Di vita e di lotta» come ama precisare) Antonella Morsello. Attorno alle 20 la drammatica telefonata «Scendi, mi hanno sparato». Durante il trasporto al Sant’Anna di Como ha fatto in tempo a raccontare l’agguato «Era appena sceso dall’auto guidata da un suo dipendente quando ha sentito il rumore di un motorino, poi lo sparo, il dolore alla gamba e la caduta. Senza aver modo di vedere il suo aggressore» racconta ora Antonella Morsello. Il colpo gli ha fratturato la tibia sinistra e ieri Manzi è stato operato: i medici gli hanno già annunciato che ne avrà per un paio di mesi.
Nel frattempo i carabinieri hanno avviato le indagini. Hanno sentito i testimoni, verificato le telecamere in zona, in particolare quelle poste sopra un vicino ufficio postale. Quindi hanno istituto un servizio di vigilanza fissa davanti alla stanza del ferito. «Molto difficile immaginare chi possa essere stato, Frediano in questi anni si è fatto tanti nemici. Non si contano poi le minacce subite, l’ultima appena il 13 marzo. Ma anche questo non lo fermerà come non fermerà l’associazione che andrà avanti comunque durante la sua convalescenza» conclude la combattiva Antonella Morsello.
Le indagini dei carabineri non possono non tenere conto del passato turbolento di Manzi fatto di denunce ma anche episodi eclatanti. Come nel settembre del 2010 quando tentò il suicidio, ingoiando tutti i farmaci di casa.

O nel giugno del 2011, quando venne speronato in auto da un pregiudicato che aveva denunciato in passato. Infine a novembre la sconcertante confessione: «Ho commissionato l’incendio di due miei chioschi. L’ho fatto perché mi sentivo abbandonato dalle istituzioni». Una macchia sul suo passato.

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