Una soggettiva che ruota attorno a un tavolo, riprese dall'alto a inquadrare il tavolo verde, un sopracciglio che si alza, una goccia di sudore che scende lungo una tempia, un sorriso beffardo. Questa è la sinfonia del poker che il cinema ha sempre saputo eseguire in tanti film, molti western, altrettanti noir e, parlando di casa nostra, in un film della metà degli anni '80 che ci mise nulla a diventare un titolo di culto: Regalo di Natale di Pupi Avati. Storia di amicizie perdute e ritrovate dopo vent'anni, di risate recuperate come se non fosse passato tutto quel tempo, ma anche di segreti e di un piano oscuro che avrà una vittima. O forse di più. Dal film di Pupi Avati al palcoscenico il passaggio sembra arduo ma il regista Marcello Cotugno, con l'adattamento teatrale di Sergio Pierattini in scena al Teatro Manzoni da questa sera al 28 gennaio (ore 20.45, domenica ore 15.30, ingresso 35-23 euro, info 02.76.36.901), ha pensato bene di raccogliere la sfida: «Il film di Avati è uno dei miei preferiti - spiega Cotugno e inoltre sono un giocatore di poker. Anche Valerio Santoro, presente nel cast e tra i produttori dello spettacolo, lo è. Diciamo che sappiamo di cosa parliamo. Ovviamente sapevamo bene che in teatro doveva cambiare tutto: la comunicazione passa attraverso la fisicità dei personaggi e il rapporto che c'è tra loro. La storia ha colori neri ma anche una solida parte di commedia, soprattutto nel primo atto, che diverte molto il pubblico. La scena non è un classico interno borghese, ma una sorta di tempio, simile a quei locali che si trovano a Las Vegas, in un alternarsi di oro e nero, a simboleggiare opulenza e decadenza. In realtà ci troviamo all'interno di un cinema, di proprietà di uno degli amici, Franco (Filippo Dini), nel ruolo che al cinema fu di Diego Abbatantuono. Il tavolo al centro è lì a ricordarci, con la sua circolarità, la ruota del destino, della fortuna che al poker può tradirti ogni momento». Uno dei valori aggiunti di questo Regalo di Natale è il cast, composto da attori come Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Gennaro Di Biase. «Abbiamo voluto evitare l'emulazione del film anche nell'aspetto dei personaggi, spiega il regista così come abbiamo svolto i fatti ai nostri giorni, quella della crisi economica». Perché è proprio dalla disperazione che i vecchi amici sono mossi: il rendez vous dopo anni ha come motivo lo spennare un «pollo» al tavolo da poker. «A dispetto dell'amarezza del finale spiega Gennaro Di Biase questa strana commedia per contrasto vuole essere un canto sull'importanza dell'amicizia. Qualcosa che deve reggere alla prova del tempo e della vita, nel bene e nel male».
Pupi Avati e gli storici protagonisti del film (tra di loro ci fu anche Carlo Delle Piane, che vinse la Coppa Volpi al Festival di Venezia e Alessandro Haber) non hanno ancora visto la versione teatrale: «Alcuni sono molto curiosi spiega Gigio Alberti altri segretamente avranno qualche diffidenza. La cosa più difficile sarà portare in teatro Diego Abatantuono: forse, se non ci sono partite di calcio in tv». Una battuta affettuosa da vecchio amico, non da pokerista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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