Vade retro. Questa volta non c'entra Vittorio Sgarbi, anche se era il titolo della mostra-scandalo su arte e omosessualità che nel 2007 gli aprì la via del licenziamento dalla giunta Moratti. A favore o contro la censura artistica, va riconosciuto che da assessore alla Cultura ci mise la faccia e sfidò apertamente sindaco e cattolici (anche) della sua maggioranza. In tempi di primarie del centrosinistra, e voti da «raccattare» da Pd laico e cattolico, sono bastate invece le critiche sollevata qualche settimana fa dalla Curia per far scomparire l'assessore comunale alla Cultura, Stefano Boeri, dalla conferenza stampa di un'altra esposizione choc, quella aperta da oggi al 17 febbraio alla Fabbrica del Vapore. Definita da chi semplifica la «mostra dei cadaveri» e dagli organizzatori «lo spettacolo dell'anatomia». É già stata vista da 34 milioni di visitatori in oltre sessanta città del mondo, nelle tappe italiane di Roma e Napoli ha fatto 200mila presenze e a Milano il curatore Fabio Di Gioia conta sulla replica di code. Prodotta da Arts & Science Italy in collaborazione con il Comune (che ha concesso patrocini, sconto da 16 a 15 euro sul biglietto e sale gratuite in via Procaccini) grazie alla tecnica della «plastinazione» inventata dallo scienziato tedesco Gunther von Hagens che permette di conservare perfettamente organi e tessuti umani, crea un viaggio alla scoperta del corpo, utilizzando quelli lasciati in eredità da donatori. Quando ad agosto l'arrivo della mostra è stato anticipato on line sul sito della Fabbrica del Vapore, la Curia milanese ha manifestato le stesse critiche del Vaticano quando Body Worlds sbarcò a Roma e l'Osservatore Romano lo bollò come «un progetto gotico e sinistro», e «singolare» veniva definito l'atteggiamento di quei genitori che accompagnano i figli alla mostra-choc. Allora, a replicare al disagio della Chiesa milanese era stato non l'assessore Boeri ma il suo direttore della Cultura Antonio Calbi, ricordando che la mummificazione «esiste dagli egizi» e «anche la Chiesa venera il corpo» tant'è che «in Duomo c'è una statua di San Bartolomeo scarnificato».
Ma i rapporti tra la giunta Pisapia e la Curia - dallo scontro sul registro e le adozioni gay - da settimane sono tesissimi. E Boeri ondeggia tra la candidatura personale alle primarie (ormai, pare, archiviata) a quella in ticket con i democratici rottamatori Civati e Puppato. Meglio non avvelenare troppo i cattolici del centrosinistra? Sarà un caso, ma la conferenza stampa di presentazione della mostra, ieri, l'ha fatta cambiare diverse volta. Doveva essere alle dieci, poi spostata, infine fissata alle 12.30. Peccato che, casualmente, ne ha convocata poi una quasi in concomitanza, alle ore 13 a Palazzo Marino. La presentazione di «Philastiniat», la settimana della cultura in programma tra oggi e venerdì in Sala Alessi e altri luoghi della città. La giunta ha foraggiato l'evento con 120mila euro, assegnati per l'organizzazione non a una delle tante associazioni palestinesi che operano in città ma all'Arci. Accanto al curatore della mostra e agli esperti chiamati in conferenza, c'era l'assessore all'Istruzione della Provincia Daniela Lazzati. Boeri ha inviato un rappresentante? Macchè, è arrivato neanche un'ora prima Calbi solo per censurare due opere non gradite all'assessore, un teschio di bambino e un feto di 3 mesi che avrebbero sollevato le polemiche dei cattolici.
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