Maroni corre in Svizzera per gli immigrati lombardi

Maroni corre in Svizzera per gli immigrati lombardi

Roberto Maroni festeggia il 2 giugno all'estero. Una provocazione in salsa lumbard per evitare tricolore e inno nazionale in terra patria? «La Svizzera è stato il primo Paese ad aderire a Expo 2015. E oggi, nell'ambito dell'iniziativa organizzata dal governo in 180 sedi diplomatiche del mondo, era giusto essere proprio qui, per illustrare i temi di Expo» risponde il presidente della Regione dalla capitale elvetica, dove partecipa alle celebrazioni per la Festa della Repubblica volute dall'ambasciata italiana e dedicate a Expo 2015.
Maroni, che ieri è stato pizzicato scherzosamente sul Giornale sulla scelta di celebrare il 2 giugno in Svizzera, ricorda che i festeggiamenti stranieri sono stati organizzati dalla Farnesina. «Il presidente della Regione, Roberto Maroni, e il vice presidente e assessore alla Salute, Mario Mantovani, sono rispettivamente a Berna e a Tokyo su iniziativa specifica voluta dal Ministero degli Esteri italiano, per promuovere Expo 2015 nel mondo, proprio nel giorno delle celebrazioni della Festa della Repubblica Italiana» recita una nota.
E ricorda tutti gli appuntamenti per presentare l'Esposizione universale 2015 all around the world. Un giro del mondo degno della mongolfiera di Jules Verne. Ad Abu Dhabi è prevista la visita del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, a Tel Aviv vi saranno il commissario di governo per Expo Giuseppe Sala e il ministro dell'Istruzione Giannini, a Madrid Diana Bracco, commissario generale del Padiglione Italia, e il sindaco di Torino Piero Fassino. A Londra vi sarà Lapo Pistelli, vice ministro degli Esteri. A Berlino il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, a Vienna il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, a Washinghton il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e a Seoul il sottosegretario agli Affari esteri, Benedetto Della Vedova.
Maroni ha scelto la vicina Berna, come raccontava il Giornale, per partecipare ai festeggiamenti organizzati dall'ambasciata italiana per Expo. La Lombardia ha un contenzioso aperto con la Svizzera. Con il referendum del febbraio scorso, gli svizzeri hanno contingentato il numero di lavoratori stranieri che possono entrare nel Paese. Inclusi i frontalieri, ovvero i cittadini italiani che fanno avanti e indietro, varcando ogni giorno i confini per lavorare. Moltissimi, sessantamila per l'esattezza, sono italiani residenti in Lombardia che vedono il posto di lavoro a rischio a causa dell'ondata protezionistica che ha vinto nei Cantoni. «Invasione di padroncini e di frontalieri» sono gli slogan preferiti dai leghisti svizzeri, che non amano gli immigrati lombardi: li accusano di rubare il lavoro e di accettare impieghi con stipendi troppo bassi, rovinando la piazza ai cittadini elvetici.
Maroni spiega che ha approfittato della giornata per cercare di limitare i danni.

«Ho colto l'occasione per confrontarmi con i responsabili del governo svizzero sulle questioni che riguardano i rapporti tra la Lombardia e la Svizzera, ovvero frontalieri e ristorni - spiega -: sono venuto a Berna per rafforzare i rapporti di buon vicinato tra Lombardia e Svizzera e per uno scambio di vedute sulle trattative in corso tra Italia e Svizzera per la revisione di trattati, che riguardano i lavoratori lombardi che ogni giorno vengono a lavorare qui e i ristorni per i nostri Comuni di frontiera». La Svizzera, infatti, vuole anche tagliare i ristorni per i frontalieri (ovvero la parte di tasse che vengono trasferite in Italia). E la Lombardia rischia di perdere 11 milioni di euro.

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