Cronaca locale

Maroni: «Più uomini per presidiare Milano»

Più che sollevare un polverone politico, la notizia dell'aggressione all'ebreo Nathan Graffe fa emergere un'esigenza comune: serve più sicurezza. «Il centro va presidiato meglio - sostiene il presidente lombardo Roberto Maroni - Il problema è che mancano gli uomini, mancano i mezzi e il Governo ha tagliato risorse alle forze dell'ordine».

Il sindaco Giuliano Pisapia affida a un post su Facebook il suo commento sull'accoltellamento di giovedì sera e sostiene sia «un fatto gravissimo che non può e non deve restare impunito. Voglio esprimere la mia profonda indignazione e ribadire con forza che chiunque, indipendentemente dalla religione, dal colore della pelle, dall'orientamento sessuale, deve poter esprimere la propria identità senza incorrere in atti di intolleranza e violenza nella Milano dei diritti, come in tutto il mondo».

L'assessore alla Sicurezza Marco Granelli sostiene sia «fondamentale continuare a rafforzare le azioni di sicurezza per garantire a tutti la massima libertà. E soprattutto lavorare perché Milano mantenga sempre quel clima di libertà e quella capacità di coesistenza, collaborazione e corresponsabilità». Il capogruppo comunale della Lega, Alessandro Morelli, teme che Milano possa diventare «come Parigi o Stoccolma, città dalle quali le comunità ebraiche sono in fuga ormai da tempo a causa della violenza religiosa». «Va poi potenziata la sorveglianza delle zone a rischio - chiede il vice del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega) - e tenuta alta l'attenzione per fermare eventuali gesti riconducibili all'antisemitismo. Oggi il pericolo maggiore è rappresentato dalle frange dell'islam radicale presenti in città». Lancia un allarme altrettanto forte il vice del consiglio comunale Riccardo De Corato: «Tra le piste, va presa seriamente in considerazione quella islamica. La comunità è ormai arrivata a un numero di persone così elevato che è facile che dentro ci finiscano anche menti malate ed estremisti. Dobbiamo ringraziare le politiche buoniste di Governo e Comune per questo. Quando si arriva a questi numeri, i controlli risultano impossibili». Emanuele Fiano, segreteria del Pd, lancia un'idea: «Sarebbe bella una visita di tanti cittadini nei luoghi delle comunità ebraica, non solo per solidarietà ma per abbattere simbolicamente confini inesistenti che qualcuno vorrebbe erigere, per sconfiggere la paura».

«L'intifada dei coltelli - sostiene Fabio Altitonante, coordinatore milanese di Forza Italia, augurandosi che si tratti di un fatto isolato - è una pagina orribile per la democrazia occidentale.

Non possiamo chiudere gli occhi o accettare quella realtà distorta che troppe volte ci viene propinata davanti alla tragedia di una propaganda che si spinge fino all'odio politico, sociale e personale».

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