Cronaca locale

Maroni si schiera con Scola e apre le porte alla moschea

Maroni si schiera con Scola e apre le porte alla moschea

Roberto Maroni delude chi era in attesa di un intervento da leghista vecchio millennio. E il presidente della Regione Lombardia apre (almeno in teoria) alla possibilità di una nuova moschea a Milano. A patto che l'edificio di culto sorga «nel rispetto dei valori del territorio, della cultura, delle tradizioni della nostra storia». Maroni parla di coniugare il rispetto per tutte le religioni con il «rispetto e la salvaguardia delle radici culturali e religiose dell'Europa, che sono quelle cristiane». Non si mette di traverso: «Non spetta a me dare autorizzazioni, spetterà al comune di Milano». Ma aggiunge: «Nel rispetto delle regole, tutto si può fare».
Molto concreto il cardinale Angelo Scola, che parla anche della questione del costo. «Secondo me è fondamentale che chi domanda la possibilità di un luogo di culto documenti e testimoni l'effettivo e realistico bisogno di questo luogo di culto - spiega l'arcivescovo -. Lo si vede a partire dalla comunità che domanda, se c'è dietro un popolo che lo chiede, e dal fatto che questa comunità si fa carico delle spese». Ma minareti e mezzelune possano alterare la fisionomia della città? Il cardinale Scola non si sottrae alla risposta. Ricorda il caso di Venezia, dove si era discusso di edificare una moschea nella città lagunare e «poi si era concordato che fosse sproporzionata» alle reali esigenze delle comunità.
Il tema è caldo, perché si rischiano infiltrazioni pericolose, strumentalizzazioni politiche della religione pronte a diventare fondamentalismi che poi sfociano nel terrorismo. Soprattutto se a finanziare i luoghi di culto fossero Paesi stranieri e non comunità già radicate nel tessuto sociale milanese. «Non vedrei tanto bene l'innesto di iniziative di taluni Stati, che venissero dall'alto a costruire luoghi di culto senza che essi siano l'espressione di una vita in atto» spiega il cardinale. Maroni chiosa: «Sono d'accordo al 100% con l'arcivescovo Scola».
Pisapia sposta l'attenzione dall'Islam. «Recentemente è arrivata una domanda per la moschea, vedremo», spiega. Aggiunge che sono 35 le associazioni religiose che hanno risposto al bando del Comune per l'iscrizione all'Albo, ma Forse anche per questo, Pisapia pensa più a «regolarizzazioni di luoghi di culto già esistenti» piuttosto che all'edificazione di nuovi edifici.
Soddisfatte le comunità islamiche. «Voglio esprimere apprezzamento per le parole del presidente Maroni sulle moschee, speriamo che questa apertura inauguri una stagione nuova in Lombardia e che quasi mezzo milione di musulmani lombardi possano veder finalmente riconosciuti i propri diritti» dice Davide Piccardo, coordinatore del Caim (il Coordinamento Associazioni Islamiche Milano). E subito rilancia: «Chiediamo a Maroni di essere conseguente e modificare la legge regionale 12 del 2006 che rende di fatto molto difficile l'esercizio del diritto di culto in molti comuni Lombardi».
Difficoltà a cui già si aggiungono le proposte dei consiglieri leghisti: il capogruppo in consiglio comunale, Alessandro Morelli, chiede un «referendum».

E molti ricorderanno il no dei cittadini svizzeri a una nuova moschea.

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