Maroni: «Tagli alle cure? Da Renzi aria fritta»

Una strigliata in piena regola. Ieri sera, durante l'incontro a palazzo Chigi a Roma, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni non è andato tanto per il sottile con il premier Matteo Renzi. Gli ha chiesto di rivedere la legge di stabilità «perché così è sbagliata» e gli ha suggerito di «informarsi prima di emettere giudizi». «La sanità lombarda - spiega Maroni - è l'eccellenza, e se fosse presa a modello come costo standard della sanità italiana, semplicemente adottando e attuando il modello Lombardia, Renzi avrebbe in tasca 23 miliardi di euro in più senza fare niente».

Maroni vuole che la manovra venga modificata «perché ci penalizza e ci rende tutto più difficile». «Si sta facendo una discussione sull'ammontare del Fondo sanitario. Ma se tutti fossero come noi il problema non esisterebbe. Il costo della nostra sanità è pari al 5,5% del Pil regionale, contro una media italiana del 20% che è quattro volte tanto. È uno dei costi più bassi a livello europeo e, ovviamente, abbiamo il bilancio in pareggio e non abbiamo mai sforato».

«Dovremmo essere un punto di riferimento per il Governo italiano - conclude Maroni - che invece ha deciso di seguire la logica dei tagli lineari che penalizzano le Regioni con la cresciuta maggiore e la spesa più efficiente».

Se non dal governo, l'efficienza della Lombardia viene almeno certificata da Confcommercio, in uno studio che calcola l'inefficienza delle Regioni nella spesa pro capite e nella spesa regionale in miliardi: tutte le Regioni sono contrassegnate da una riga rossa tranne la Regione Lombardia che ha eccesso spesa pro capite a zero e eccesso spesa

regionale in miliardi sempre a zero. «Nessuna regione è efficiente come la Regione Lombardia. Dovremmo essere un punto di riferimento per il governo italiano, che, invece, ha scelto un'altra strada, quella dei tagli lineari».

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