Matematica, geni «compresi» E chi studia ora trova lavoro

Matematica, geni «compresi» E chi studia ora trova lavoro

Cominciamo a sfatare qualche luogo comune. Primo: la matematica non è disciplina fatta per tipi con la testa fra le nuvole e la proverbiale distrazione di Talete o Archimede è acqua passata. Secondo: la matematica non è una disciplina astratta, fatta di numeri vuoti. Anzi: ha mille implicazioni nella vita reale. Terzo: la matematica non è cosa (solo) per «Beautiful Minds», persi dietro improbabili algoritmi, ma per giovani che, con una laurea giusta in tasca, trovano un lavoro (sicuro e ben pagato) ancora prima di discutere la tesi.
Lo sapevate, ad esempio, che i matematici attuari sono tra le figure più richieste dal mercato? In pochi ne conoscono la figura (riconosciuta dallo Stato con apposito esame di stato), in pochissimi ne conoscono addirittura il nome, ma l'attuario altro non è che un matematico che applica calcoli specifici e statistici negli ambiti più disparati, ad esempio in quello assicurativo, determinando premio, garanzie e la copertura di una compagnia assicurativa per essere solvibile nei confronti dell'assicurato. La matematica attuariale si può applicare poi anche al sistema pensionistico e previdenziale, o ai calcoli della borsa e a molti altri ambiti della vita pratica. Ebbene, è su professioni come queste che i giovani dovrebbero scommettere. Secondo una recente ricerca americana, i laureati in Matematica sono - nell'ambito delle professioni con specializzazioni universitarie - quelli più richiesti sul mercato del lavoro. L'università se n'è accorta da un pezzo e cerca in ogni modo di attrarre gli studenti a corsi di laurea scientifici, più facilmente spendibili su un mercato del lavoro di questi tempi assai avaro con gli under 30. Ieri, ad esempio, all'Università Cattolica di Milano, si è tenuta la premiazione dell'undicesima edizione del Gran Premio della Matematica Applicata, una gara di abilità matematiche (test, domande, risoluzione di problemi) che si è svolta in diverse trance nell'arco dell'anno scolastico passato e che ha coinvolto circa 8mila studenti di quarta e quinta superiore della nostra regione. Promossa dall'Irsa, l'Istituto per la ricerca e sviluppo delle assicurazioni, dall'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, dall'Ufficio scolastico regionale della Lombardia e dal Corso di laurea in Scienze Statistiche e Attuariali della Cattolica, la «gara dei cervelloni» ha coinvolto 78 scuole superiori del nostro territorio, con 350 finalisti e 40 premiati che si sono distinti per la loro abilità nel risolvere i quesiti matematici proposti dai giurati (tutti matematici, neanche a dirlo). Ieri si è tenuta la premiazione e il podio (e tablet in regalo) se l'è aggiudicato una ragazza di Bergamo, Alice Cortinovis, tanto per sfatare il mito che la matematica sia disciplina per cervelloni con i pantaloni.
In un Paese, come il nostro, che soffre di una strutturale carenza di cultura scientifica, iniziative come queste cercano di avvicinare i 17-18enni alle materie scientifiche. La dottoressa Viviana Dabusti è responsabile dell'area previdenza dell'Irsa, ha studiato scienze statistiche ed è un attuario. 'I ragazzi che hanno partecipato al premio avevano un'ottima preparazione di base e tanta passione - commenta - : vogliamo far capire loro che la matematica si può davvero applicare alla vita di ogni giorno e che rappresenta un percorso di studi non solo interessante, ma anche molto richiesto dal mercato.

I laureati in Scienze statistiche trovano lavoro ancora prima di finire il corso di studi. I giovani pare che comincino a capirlo: prima era una facoltà quasi solo femminile, ora anche molti ragazzi vogliono diventare attuari».

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