«Da piccolo, per me che venivo dalla campagna, esattamente da Garlasco, nel pavese, Milano era la grande città. Ambita e desiderata anche perché il viaggio per arrivarci mi sembrava non finisse mai. Una sorta di parco giochi meraviglioso. Ed è una città alla quale sono ancora oggi molto affezionato. Qui ho vissuto esperienze indimenticabili: come la settimana di concerti che abbiamo tenuto al Teatro dell'Arte nel 1975 - quattro anni prima del botto di Banana Republic ci alternammo sullo stesso palco io, Lucio Dalla, Francesco De Gregori e Renzo Zenobi (un cantautore molti stimato all'epoca dalla Rca, ndr.); o, ancora, come una cena, per certi versi magica e molto divertente, assieme a Lucio, Francesco e a Fabrizio De Andrè, dove finimmo tutti per sbronzarsi bevendo tequila».
I ricordi milanesi di Ron, al secolo Rosalino Cellamare, 60 anni (44 dei quali in musica) e ancora quella faccia da ragazzino che battezzò il primo Sanremo degli anni Settanta con una canzone (il titolo: «Pa' diglielo a ma'») che solo due adolescenti come lui e Nada avrebbero potuto cantare, diventano l'assist perfetto per il suo nuovo concerto all'ombra della Madonnina: l'appuntamento è per domani sera al Teatro Nuovo sulla scia dell'ultimo album, «Un abbraccio unico», il primo di inediti in cinque anni, impreziosito dai due brani presentati al Festival di Sanremo (quello dal titolo omonimo e «Sing in the rain»), nonché da «America», il cui testo gliel'ha scritto il suo grande (e compianto) amico Lucio Dalla una ventina di anni fa.
«Premessa: non sono Bruce Springsteen, ma il mio spettacolo, studiato apposta per il teatro, andrà avanti per un bel po', anche perché di carne al fuoco ce n'è parecchia», avverte Ron. Per poi proseguire: «Darò il giusto spazio al nuovo lavoro. Credo che mai in un disco sono riuscito a parlare e raccontare così tanto e così intensamente di me. Comunque vada, ho già ottenuto un risultato: ho risparmiato i soldi dell'analista. Scherzi a parte, canterò naturalmente anche tutti i miei successi, iniziando da Una città per cantare finendo con Joe Temerario».
Tra l'altro, Ron ha deciso di portare il suo salotto di casa sul palcoscenico e assieme alla band rileggerà i suoi successi di una vita in chiave rigorosamente acustica, cercando di ricreare l'atmosfera che da sempre caratterizza le session improvvisate sul divano di casa sua con tanti amici musicisti. E poi ci saranno gli ospiti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.