Non se ne parlava più da parecchio e da un paio di mesi erano anche state diradate le esercitazioni. Ma quando l'altra notte è scattato l'allarme ebola, il personale dell'ospedale Sacco in quattro e quattr'otto ha messo in atto il protocollo su cui tante simulazioni erano state fatte: isolamento delle aree, tute anti contagio, percorsi ad hoc per l'ambulanza con a bordo la paziente sospetta.
La chiamata di sos-ebola è arrivata per una volontaria di Emergency, un medico di 33 anni originaria di Piacenza, rientrata martedì in Italia dopo alcuni mesi in Sierra Leone. A fronte della febbre alta, la donna è stata ricoverata al Sacco per gli accertamenti e per escludere il pericolo di contagio. Più che i sintomi sospetti, a mettere sull'attenti i medici è stato il paese africano da cui proveniva la volontaria. La donna, riferiscono fonti mediche, è stata cosciente e tranquilla per tutto il tempo. Sembra tuttavia che non si tratti del virus letale. Lo ha reso noto l'assessore alla Salute della Regione Lombardia Mario Mantovani, spiegando che si attendono gli esiti delle analisi «che per ora sono fortunatamente negative».
Dopo la segnalazione, arrivata alle 22.30 di martedì sera, la paziente è stata prelevata dall'autoambulanza dedicata all'alto biocontenimento, sentiti i Vigili del Fuoco e la Polizia di Stato. Intanto all'ospedale si è proceduto al censimento dei posti letto liberi per valutare un eventuale spostamento dei pazienti ricoverati nel reparto ad alto isolamento e alla collocazione delle reti di recinzione per consentire le manovre all'ambulanza in arrivo. Si è inoltre provveduto alla verifica dei flussi di aria nell'area isolata tramite il pronto intervento dell'ufficio tecnico e a clorare le vasche di scarico reflui.
All'1.55 l'Azienda di Emergenza e Urgenza (Areu) ha bloccato il flusso di tutte le ambulanze verso l'ospedale Sacco, lasciando via libera all'ambulanza con a bordo il caso sospetto.
«Martedì notte - ha commentato Mantovani - il sistema sanitario lombardo e tutta la macchina definita per la gestione di possibili pazienti affetti da sintomatologia sospetta ha dato prova di funzionare con rapidità, efficienza, discrezione». In attesa dei risultati definitivi, ha concluso, «non posso che sottolineare con piacere come tutto abbia perfettamente funzionato».
«Non c'è alcun allarme - assicura Rita Gismondo, responsabile del Laboratorio di microbiologia dell'azienda ospedaliera - Le prime analisi che abbiamo eseguito sono negative, ma vanno ripetute dopo 48 ore e quindi l'esito del test è atteso per la mattinata di venerdì.
Le condizioni della paziente sono sotto controllo, al momento non gravi».«È tutto sotto controllo - ribadisce Gismondo - Abbiamo attivato immediatamente il percorso di alta bioemergenza, dal ricovero alla parte analitica. Tutto ha funzionato al meglio e ora attendiamo l'esito dei test».
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