Forlani, Bisaglia, Rumor, Gava. Chi ha detto che i dorotei democristiani nati in un monastero romano al Gianicolo, siano morti? Tesi suggestiva, visto il peso politico storico, quasi filosofico del doroteismo, cioè quella capacità di mediazione, furbizia e propensione pragmatica e individualista agli affari anteposti ai valori. Ma con un finale a sorpresa. Lo hanno spiegato ieri al Centro commerciale L'Incontro di San Donato Milanese Giuliano Ramazzina, giornalista, e Alessandro Meluzzi, psicoterapeuta specializzato in psichiatria, presentando il loro libro-intervista «I Dorostellati - Psicopolitica all'italiana dalla Dc a Grillo» (Marcianum Press - 10 euro). Meluzzi rispondendo alle domande di Ramazzina, e qui sta il finale a sorpresa, trova provocatoriamente delle affinità tra i dorotei e quella che potrebbe sembrare la formazione più distante e antitetica, cioè il Movimento 5 Stelle.
Per i due autori, dalla Dc di Bisaglia e Forlani ai 5 Stelle di Casaleggio e Grillo esiste un filo psicopolitico che spiegherebbe, in modo ardito e politicamente scorretto, il clamoroso successo pentastellato di questi anni. Morale della favola: i dorotei esistono e comandano ancora. Morale del Gattopardo, dove di tanto in tanto «bisogna cambiare tutto, perché nulla davvero cambi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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