Meno tasse? Sul tavolo 20 milioni ma la sinistra non trova l’accordo

Meno tasse? Sul tavolo 20 milioni ma la sinistra non trova l’accordo

Sarà un caso, ma ad ogni conclave di maggioranza il sindaco Pisapia si ritrova a fare appello «all’unità» de partiti. Tutti uniti? Ognuno per la propria strada, almeno per ora, sul Bilancio di previsione 2012. Dopo la maratona d’aula sulla tassa di soggiorno (16 ore venerdì scorso), da ieri e per tutta la settimana il consiglio comunale affronta nell’ordine la delibera Irpef, Tarsu, Imu e infine il documento di Bilancio che si regge anche (o soprattutto) sulle entrate dalle imposte. Tanto si allenta la stangata sui milanesi, altrettanto la giunta dovrà recuperare risorse tagliando le spese gli assessorati. Ieri alle 15, prima della seduta, era fissata la riunione tra il sindaco e i capigruppo di maggioranza, presente l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci e al Commercio, Franco D’Alfonso. Si lavora al recupero di circa 20 milioni dai settori per abbassare la pressione fiscale con gli emendamenti in aula. Doveva uscire una proposta comune dei partiti il confronto di due ore - anche acceso - si è chiuso con una fumata nera. Ognuno per ora vuol difendere la propria bandierina. Il Pd ribadisce la proposta di abbassare di mezzo punto (dal 10,6 al 10,1) l’aliquota Imu sulla seconda casa a chi la affitta con contratto regolare a canone di mercato, «ma nelle trattative con l’opposizione - sostiene la capogruppo Carmela Rozza - potremmo arrivare a un punto in meno». Basilio Rizzo e Anita Sonego della Sinistra x Pisapia difendono invece la proposta di una super-Imu, l’imposta si alza con il numero delle proprietà. Abbastanza in linea con Sel, ma secondo la capogruppo Ines Quartieri «si può intervenire anche sulla prima casa» per ora fissa allo 0,4. La proposta è di «alzarla allo 0,5 se un residente è proprietario di più abitazioni, almeno tre, di categoria alta. In questo modo otterremmo una riserva per concedere sgravi alle categorie più deboli». I tecnici comunali devono valutare se le proposte siano anche tecnicamente in linea con la legge nazionale. Si apre uno spiraglio ad esempio per le botteghe artigiane e i piccoli negozi: l’aliquota forse potrà scendere sotto il 10,6 presentando un’autocertificazione che dichiari l’attività commerciale (per evitare che nel calderone ottenga lo sconto anche chi ha trasformato un deposito in un loft). Non solo casa. La battaglia dell’Idv si concentra piuttosto sull’Irpef, per il capogruppo Raffaele Grassi «bisogna mantenere la promessa che fece Tabacci dopo l’accordo sui derivati, nessun aumento per il 2012». E il radicale Marco Cappato sostiene una questione economica «ma anche di principio»: riscuotere le 3.718 multe per affissioni abusive legate alla campagna elettorale 2011, «sono circa 7 milioni di euro, il sindaco deve assumersi la responsabilità politica di inviare le ordinanze di ingiunzione ai responsabili dei partiti prima dell’approvazione del Bilancio. Non basta chiedere sacrifici ai cittadini senza fare tutto il possibile per ottenere il dovuto dai politici che hanno infranto la legge». Partiti (e politici) seduti però anche intorno a quel tavolo. Che si è chiuso con un rinvio: i capigruppo rimetteranno le proposte sul piatto alla prossima riunione per arrivare a una sintesi comune. Il sindaco ha richiamato al voto tassativo entro il 30 giugno, in gioco c’è il bonus del governo da 20 milioni per i Comuni virtuosi, per cui «va aperto il dialogo con l’opposizione».

Ma la sinistra radicale era pronta a contingentare da subito i tempi di intervento al centrodestra per contenere l’ostruzionismo, per il Pd deve essere «l’extrema ratio, verifichiamo prima i margini di accordo con Lega e Pdl, sediamoci al tavolo pronti ad accogliere qualche richiesta purchè non siano assurde e la battaglia non sia orientata solo a sfondare la scadenza del 30 giugno».

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