Nuove regole in vista per il sistema di accoglienza, che oggi appare poco efficiente e molto costoso. La Regione Lombardia quantifica in 54 milioni i costi per Milano nel solo 2016. E lo fa il giorno dopo l'allarme lanciato dai giudici sul rallentamento che si crea nei tribunali per via dei ricorsi dei richiedenti asilo: nella inaugurazione dell'anno giudiziario si è parlato di «un flusso straordinario di nuovi ricorsi», in un procedimento complesso: dopo un esame in sede amministrativa, infatti, la domanda viene sottoposta a due gradi di giudizio di merito e a un terzo grado di legittimità, tanto che i quattro passaggi complessivi impegnano - oltre al livello prefettizio - ben nove giudici nei diversi gradi.
L'accoglienza, oltretutto, spesso si rivela ingiustificata, laddove le domande vengono respinte. A Milano - dati diffusi ieri dal Pirellone - su 7.155 richieste d'asilo del 2016 i rifugiati sono risultati solo 532 (il 7%), mentre i clandestini riconosciuti sono 4.229, ossia il 60%, tra cui anche 306 «fantasmi», persone che hanno fatto richiesta e poi sono sparite nel nulla. «Di fatto - sintetizza l'assessore alla Sicurezza Simona Bordonali - a Milano 6 richiedenti asilo su 10 sono clandestini, mantenuti per anni in hotel, resort e centri accoglienza senza averne diritto. Mantenere questi clandestini nel 2016 è costato 54 milioni di euro in un anno. Una cifra folle che avremmo voluto fosse destinata ai milanesi in difficoltà e alla sicurezza della città». E in Lombardia, rimarcano ancora dalla Regione, «su 10.492 casi analizzati dalle commissioni prefettizie, ci sono stati ben 6339 dinieghi ai quali dobbiamo aggiungere altre 400 persone che hanno fatto richiesta d'asilo e poi han fatto perdere le proprie tracce. Di fatto, in Lombardia 2 richiedenti asilo su 3 sono clandestini».
È anche alla luce di questo quadro, e dell'innegabile impatto che l'accoglienza ha sulla città, che si sta pensando a una svolta, favorita probabilmente anche dall'arrivo al Viminale del nuovo ministro dell'Interno, Marco Minniti, che alcune settimane fa è arrivato a Milano, in prefettura, per discutere anche di questo con le autorità di pubblica sicurezza, oltre che con il governatore Roberto Maroni, e il sindaco Beppe Sala. Intanto, ne ha parlato il Corriere della Sera, per ridurre la «zona grigia» degli sconosciuti, e per contenere l'impatto di un centro come quello di via Sammartini, il Comune sta pensando a ritocchi, nuove regole da proporre alla prefettura, fra cui il limite di una notte di accoglienza per chi non si identifica e non presenta domanda di asilo intraprendendo il percorso di regolarizzazione. Mentre un'altra ipotesi su cui Palazzo Marino sta lavorando è la separazione fra l'accoglienza di via Sammartini e la registrazione, che andrebbe in via Tonale.
Anche con gli ultimi dati, comunque, la Lombardia si conferma la regione più gravata dai meccanismi
vigenti, con il 13% dei migranti totali redistribuiti in Italia. Secondo i dati alla fine del 2016 sono 21.511 gli immigrati presenti nelle strutture temporanee, con 23mila immigrati presenti in totale sul territorio lombardo.
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