Buio sulla città. All’ombra della Madonnina questa sera dopo le 19,30 sarà tutto completamente spento, con l’unica eccezione dei lampioni e dei fari di qualche moto. Uno scenario tetro e cupo aspetta milanesi e pendolari, turisti e stranieri nei prossimi otto giorni. Fino a domenica prossima. Gli oltre 3000 negozianti del centro storico - via Cesare Correnti, via Torino, via corso Magenta, via Commenda, via San Giovanni al muro, via Celestino IV, via Molino delle Armi, tutta Brera - hanno deciso di mostrare all’amministrazione e ai cittadini lo scenario che li attende di qui ai prossimi mesi, quando le attività commerciali della zona saranno tutte chiuse. «Spegnere le luci di notte per non spegnerle di giorno» è lo slogan.
In questi giorni intanto sulle vetrine dei negozi nel cuore della città, da via della Spiga e Montenapoleone, via Meravigli, corso Magenta e dintorni, Brera stanno facendo la loro comparsa cartelli di protesta contro il provvedimento antitraffico che sta facendo calare vertiginosamente presenze e passaggi dei milanesi dentro la cerchia dei Bastioni, ma non solo.
La protesta che nasce dall’esasperazione del mondo produttivo milanese che vede ignorate le proprie istanze e guarda con crescente preoccupazione al domani. Negli 8 km quadrati racchiusi in Area C, infatti, si concentrano il 25% delle attività, responsabili del 50% del fatturato del territorio. Ma a poco più di un mese dall’entrata in vigore della congestion charge sono stati registrati il -43% in meno di passaggi nel centro. La controprova? Il calo di biglietti dei mezzi pubblici del 15%.
Le mosse degli esercenti contro il ticket di ingresso non si esauriscono qui: dopo il girotondo di tre settimane fa, i negozianti stanno organizzando un presidio di protesta in piazza Scala, davanti a Palazzo Marino, un giorno in cui si terrà la giunta.
Ma la protesta si sta allargando a tutte le realtà commerciali, in parallelo all’effetto domino sul traffico e sui passaggi legati a Area C. In corso Buenos Aires, così come in corso Vercelli, per esempio, lungo le direttrici che portano all’interno della Cerchia dei Bastioni si è registrato un netto calo dei passaggi. «Presto la protesta contro la congestion charge si allargherà a tutta la città se continua questo trend» osserva Giorgio Montingelli dell’Unione del commercio.
Così in corso Buenos Aires il 90% dei 280 commercianti riuniti nell’associazione di via Ascobaires, si oppongono alla sperimentazione della chiusura domenicale al traffico. L’iniziativa della pedonalizzazione una domenica al mese, per poi estenderla eventualmente a tutte le domeniche, nasce dai residenti della via commerciale più lunga d’Europa e dal consiglio di zona, ma non piace ai titolari dei negozi che temono un’ulteriore calo dei passaggi.
«Un conto è una bella giornata di sole - commenta Giorgio Montingelli - ma la volta che piove o che c’è brutto tempo il rischio è che non passi un’anima per corso Buenos Aires, se viene chiusa al traffico». La paura dell’associazione è che la pedonalizzazione domenicale possa fungere da test per un’eventuale estensione dell’Area C.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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