Cronaca locale

Milano cambia rotta sulla sicurezza «Ora raduni blindati»

Per la prima volta predisposte nuove misure antiterrorismo per la piazza

Paola Fucilieri

Farà 41 anni a settembre, è nato a Roma ed è cittadino italiano, per la polizia è un «sfd», un senza fissa dimora, ma la sua famiglia, che viene dall'Etiopia, ora vive stabilmente in provincia di Milano. «Quel ragazzo non sta bene, era particolarmente aggressivo» spiega il questore Marcello Cardona. In realtà soffre di schizofrenia l'unico manifestante arrestato ieri al corteo per la festa della Liberazione, con l'accusa di minacce aggravate nei confronti dei poliziotti della Digos che lo stavano controllando, come previsto dai servizi e dalle misure antiterrorismo applicate ormaia tutti i cortei. «Fa bene l'Isis ad ammazzarvi, io devo compiere un attentato!» ha gridato l'uomo in maniera sconnessa. In effetti nello zainetto aveva sei coltelli da cucina con il manico di legno, ma molto simili a quelli che si usano per tagliare le bistecche. Insomma: un soggetto lontano anni luce dal profilo di un Lone Wolf. E, quel che conta, innocuo.

Quindi è un bilancio decisamente positivo quello tracciato ieri, poco prima delle 18 e al termine dell'imponente manifestazione, dal prefetto Luciana Lamorgese e dall questore, in corso Monforte, nel cortile di palazzo Diotti.

«Da qualche anno, in occasione del 25 aprile, veniva organizzata una manifestazione con criteri assolutamente inadatti a un tale evento - spiega Cardona-. Oggi (ieri per chi legge, ndr) non abbiamo consentito che all'interno del cimitero Maggiore, al campo X, avvenissero delle manifestazioni, ma non abbiamo schierato nessuna forza. Tra chi è entrato sono volati solo epiteti verbali. Niente più. Devo dire che chi doveva capire ha capito, quindi è stata una giornata veramente importante per Milano».

Lamorgese è soddisfatta dalle misure di sicurezza applicate e da lei fortemente volute.

«È stato un cambio di rotta necessario perché quanto è avvenuto negli ultimi anni per il 25 aprile è stato inammissibile. È giusto perciò garantire il diritto di manifestare, ma deve essere fatto in maniera civile e secondo i principi della democrazia - chiarisce il prefetto -. Abbiamo evitato una parata pseudo militare, ma non abbiamo impedito le manifestazioni, piuttosto determinate linee e determinati tipi di manifestazione. Basti pensare che, per la prima volta piazza Duomo è stata transennata, sono stati aperti solo due accessi e chiunque entrasse veniva controllato. E a entrambe le parti politiche sono state applicate le medesime prescrizioni. Le abbiamo decise e concordate in sede di Comitato per la sicurezza, con grande fermezza. Ed è proprio la fermezza che ha fatto sì i manifestanti, abbiano deciso di assumere un comportamento abbastanza equilibrato».

Insieme alle misure antiterrorismo questa linea dura verrà applicata a tutti i cortei politici. Si tengano pronti quindi gli organizzatori della ricorrenza della morte di Sergio Ramelli, il militante e fiduciario del Fronte della Gioventù, vittima di un violento assassinio politico avvenuto nel 1975.

Per il 29 aprile, a Città Studi, hanno chiesto il permesso per un corteo che, al momento, ha tutta l'aria di doversi limitare a un presidio.

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