Cronaca locale

È Milano la capitale dei tatuaggi

Trecento esperti provenienti da tutto il mondo hanno attirato all'Atahotel migliaia di appassionati

È Milano la capitale dei tatuaggi

La pelle umana come un social network personalizzato che lancia eloquenti messaggi, oppure come un'opera d'arte da esibire per essere ammirata. Sembra questa la moderna frontiera del tatuaggio, che si sta imponendo quale nuovo mezzo di comunicazione tra gli individui. Un percorso accompagnato passo dopo passo dalla kermesse specializzata «Milano Tattoo Convention» chiusasi da poche ore all'AtaHotel Quark di via Lampedusa, celebrando in pompa magna la ventesima edizione. Tre giorni di full immersion tra noti maestri del laser, giovani alle prime esperienze e attempati signori ormai completamente ricoperti di immagini tribali, decorazioni varie o nomi in ricordo di un momento importante nella vita. Una manifestazione speciale, quella del 2015, grazie ai numerosi eventi collaterali organizzati, da mostre a convegni, da spettacoli a esibizioni live, da performance di body painting a lezioni di pole dance. Ma ovviamente tutto è ruotato intorno ai guru delle macchinette e dei disegni incisi a mano sull'epidermide, in semplice bianco e nero (assai di moda) o multicolor purché rimanga un indelebile ricordo dell'evento.

Tra i maestri della materia hanno partecipato Joe Capobianco, Horitoshi First, Sasha Unisex, Andres Acosta e Teresa Sharpe, solo per citare alcuni tra i circa trecento tatuatori intervenuti nel capoluogo lombardo. Personaggi conosciuti a livello internazionale e rappresentanti di ogni stile. Uno dei punti di forza della convention è proprio il puntare sulla qualità dei protagonisti, selezionati nei cinque continenti. Sono arrivati dalla Siberia, dal Giappone, dalla Cina, dal Sudafrica, dal Canada e dagli Stati uniti e in più il meglio dei tatuatori italiani, tutti invitati e scelti dall'organizzazione.

La Kermesse è nata nel 1995 e cresciuta in maniera esponenziale fino a diventare adesso la prima rassegna del settore nel nostro Paese. E pensare che le origini partono da un incontro di pochi appassionati in un piccolo bar, poi trasformatosi in uno degli eventi più prestigiosi al mondo. Infatti il variegato universo del tattoo è mutato con il passar degli anni e il pubblico di adepti appare decisamente evoluto: si può notare una crescita di attenzione e cultura, per cui oggi chi si interessa sceglie uno specifico tatuatore di suo gradimento, mai a caso. Prima era diverso, assai più generalista. E' stato, in realtà, un processo naturale in quanto la qualità artistica è decollata, i protagonisti risultano molto preparati e i materiali utilizzati offrono maggiori possibilità espressive. Due comunque le curiosità emerse durante l'affollata convention, riguardanti da una parte i nuovi trend e dall'altra i neofiti del tatuaggio. Dopo un lungo periodo di immobilismo stanno infatti nascendo filoni diversi di disegno all'insegna della contaminazione: meno genere giapponese, traditional o polinesiano e più tattoo fusion ricchi di originali elementi decorativi. Ecco invece chi si avvicina per la prima volta al tatuaggio. A sorpresa una moltitudine di donne e pure tanti sessantenni, e addirittura settantenni, a testimonianza che l'Italia vanta una cultura avanzata nel campo. Sicuramente la circostanza che diversi attori, cantanti e sportivi, di conclamata fama, mostrano ora senza alcuna timidezza i disegni sul proprio corpo ha influito sul pubblico medio.

Non solo motociclisti di Harley Davidson o stravaganti rockstar, ma anche impiegati d'ufficio e ragazze della porta accanto.

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